L’elogio delle occupazioni scolastiche del sottosegretario all’Istruzione Faraone

lunedì, 1 dicembre 2014

Il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone, “renziano” storico, è intervenuto sulla “Stampa” di lunedì 1° dicembre 2014 per elogiare le occupazioni e le autogestioni degli studenti, definite esperienze di grande partecipazione democratica, talvolta più formative delle ore passate in classe e occasione di selezione della classe dirigente. Faraone non esclude neppure un’istituzionalizzazione delle autogestioni, in un quadro di autonomia scolastica, benchè una simile ipotesi le potrebbe svilire. ” Io le “istituzionalizzerei” pure, se non fossi convinto di svilirne il significato. Il governo crede così tanto nell’autonomia scolastica che pensiamo che i singoli istituti potrebbero prevedere, se lo ritenessero utile, momenti simili, di autogestione programmata, come esperienza curricolare da far fare ai ragazzi”. Faraone rimarca di aver deciso di impegnarsi in politica dopo le occupazioni fatte da studenti, un’esperienza condivisa con tanti altri ragazzi. ” Scuola è didattica, scuola è studio, ma non può essere solo ragazzi seduti e cattedra di fronte. Io ho maturato la mia voglia di fare politica, proprio durante un’occupazione. E chissà quanti hanno cominciato a fare politica, o vita associativa, o hanno scoperto la passione civile, proprio partendo da questa esperienza. O ancora, quanti sono diventati leader in un’azienda, dopo essere stati leader durante un’occupazione studentesca. Anche in quei contesti si seleziona la classe dirigente”. L’elogio delle occupazioni vira nel romanticismo melenso, con il ricordo dei tanti amori nati durante quei momenti, mentre un po’ più sensata appare la sottolineatura del ruolo sociale svolto dalle scuole, possibile anche al di fuori degli orari di lezione. L’apprezzamento per le occupazioni si ferma ovviamente a quelle “buone”, con l’ovvia condanna verso i comportamenti violenti.  “Quando non sono la moda del “liceo dei fighetti”, non sono fatte per scimmiottare i loro padri e i loro nonni, quando non sono la ripetizione stanca di un rito d’altri tempi; quando non sono caricature, le occupazioni e le autogestioni sono fenomeni spontanei e vanno prese sul serio. E noi prenderemo sul serio chi ha qualcosa da dire, rifiutando ogni forma di violenza e devastazione. La scuola è un bene comune: chi lo deturpa o – peggio – lo vandalizza si esclude dal confronto e merita solo la punizione più severa prevista dalle nostre leggi”.  L’intervento di Faraone appare certo piuttosto curioso e irrituale, benché povero di un contenuto davvero innovativo. Il sottosegretario all’Istruzione non propone in sostanza nessuna nuova misura, ma rimarca l’attenzione che sconfina nell’apprezzamento per un’esperienza assai diffusa tra gli studenti italiani.

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