Elizabeth Warren, la paladina della lotta a Wall Street sogno presidenziale dei liberal per il 2016

sabato, 13 dicembre 2014

Ci sono discorsi che rappresentano una svolta rilevante nella carriera dei leader politici. L’intervento al Senato di Elizabeth Warren contro la legge di spesa concordata da Barack Obame e i Repubblicani per evitare una nuova chiusura dell’amministrazione federale, come successo nel 2013, potrebbe segnare il momento in cui la senatrice del Massachusetts ha iniziato la sua corsa verso la Casa Bianca. Elizabeth Warren si è infatti schierata contro alcune parti del provvedimento, definite “la parte peggiore del governo per i ricchi e i potenti”; si tratta di due provvisioni che renderebbe più facile lo scambio dei derivati per le banche, così da rendere meno incisiva la riforma finanziaria di Obama, e ulteriori facilitazioni per i finanziamenti elettorali da parte dei contribuenti più ricchi.

Il favore a Wall Street denunciato da Elizabeth Warren ha entusiasmato la base liberal, e reso assai difficile il passaggio della legge di spesa alla Camera dei Rappresentanti. La leader della minoranza, Nancy Pelosi, si è schierata contro l’accordo così come altri deputati progressisti, e il provvedimento ha rischiato di non passare. La Casa Bianca è dovuta intervenire, rimarcando ai tanti rappresentanti democratici come l’accordo sia una mediazione migliore di quanto sarà poi possibile ottenere da un Congresso che dal 2015 sarà controllato interamente dai Repubblicani. La risposta alla sconfitta delle Midterm, oltremodo netta, ha esacerbato una divisione all’interno dei Democratici americani, tra una linea più centrista e un’altra più progressista, guidata a livello nazionale da una personalità come Elizabeth Warren. In questa battaglia parlamentare la senatrice del Massachusetts, al primo mandato, ha dimostrato la sua crescente influenza, tanto che ormai può esser già considerata una sorta di leader della base democratica più progressista. L’ex professoressa di Harvard dovrà ora decidere se spendere questo capitale politico in ruolo congressuale, oppure ripensare il suo rifiuto della corsa presidenziale e preparasi per le elezioni 2016. In questo momento Hillary Clinton appare difficilmente battibile, ma Elizabeth Warren sarebbe l’unica candidata capace di avere un messaggio forte – la rappresentanza della base progressista – e la capacità di raccogliere molto denaro, come già dimostrato nella sfida vinta contro il repubblicano Scott Brown. Al momento una candidatura presidenziale appare solo un’ipotesi, però la prospettiva di un senatore in grado di ottenere un significativo fundrasing grazie alla sua immagine nazionale e di entusiasmare la base liberal suscita un brutto ricordo nel campo clintoniano. Nel 2008 Barack Obama convinse la base progressista grazie al suo no alla guerra in Iraq, mentre nel 2016 Elizabeth Warren è diventata il punto di riferimento dell’anima liberal e anti Wall Street già portata alla vittoria da Bill De Blasio a New York. La storia non sempre si ripete, e probabilmente la senatrice del Massachusetts potrebbe ritenere più interessante spostare sempre più a sinistra l’amministrazione Obama così come la futura campagna elettorale di Hillary Clinton, per contrastare con più efficacia il nuovo Congresso repubblicano.

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