Il “Corriere della Sera” si schiera contro lo sciopero generale con Di Vico e Cazzullo

sabato, 13 dicembre 2014

Il “Corriere della Sera” di sabato 13 dicembre 2014 si schiera contro lo sciopero generale. Il quotidiano diretto da Ferruccio de Bortoli è l’unico giornale nazionale a non dedicare un titolo in prima pagina alla mobilitazione di Cgil e Uil, ma un commento molto critico firmato da Dario Di Vico. Il titolo, si sarebbe detto una volta, è tutto un programma: ” Le tante piazze del sindacato. I pochi distinguo dagli antagonisti”. Di Vico dedica interamente la sua analisi alle violenze registrate in alcune manifestazioni, a Torino, Milano e Roma, criticando la Cgil e la Uil per non esserne dissociate. I sindacati sono accusati dal commento del “Corriere” di non aver condannato gli estremisti perché “gli antagonisti servono per far massa critica” alle manifestazioni. Inoltre, sempre per Di Vico, lo scontro tra polizia e manifestanti sarebbe funzionale all’esasperazione del disagio sociale su cui si basa l’iniziativa in particolare della Cgil. Il sindacato di Camusso e Landini è ritenuto responsabile dell’aver stretto relazioni sempre più strette con Cobas e centri sociali, al fine di rafforzare la sua iniziativa di contrapposizione al governo Renzi. ” È ovvio che quando si tratta di combattere un piccolo Thatcher non si può andare troppo per il sottile, se si deve abbattere una dittatura il fine è così nobile che oscura i mezzi”. Di Vico attribuisce le maggiori responsabilità di questo pericoloso intreccio, secondo lui alla causa del ferimento di 11 agenti nelle manifestazioni di ieri, alla Fiom di Landini, ma rimarca come ” il guaio (sia) che la Cgil ha immagazzinato queste relazioni e se ne è dissociata solo a posteriori. Quando cioè undici poliziotti erano già stati feriti dai manifestanti”. L’analisi si conclude con un invito al “rinsavimento”, e un monito a Cgil e Uil a espellere i violenti dai loro cortei. Un altro inviato ed editorialista del “Corriere”, Aldo Cazzullo ha invece criticato aspramente la chiusura della pinacoteca di Brera, resa inaccessibile ai turisti dall’astensione dal lavoro di coloro i quali avevano aderito allo sciopero generale. Secondo Cazzullo ” lo sciopero ha causato problemi e danni molto più gravi. Ma le sedie messe di traverso e il buio di Brera sono una metafora efficace del momento che attraversa il Paese.  Che troppe volte non è all’altezza di se stesso”.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.