Enrico Rossi: Renzi è di sinistra, ultima difesa dei ceti deboli prima della Troika

martedì, 16 dicembre 2014

Il presidente della Toscana Enrico Rossi spiega al “Corriere della Sera” di martedì 16 dicembre 2014 come Matteo Renzi sia una personalità “molto di sinistra”, e come sostenere il suo governo sia una posizione politica altrettanto progressista visto che al posto dell’attuale esecutivo arriverebbe la Troika. ” Se cade questo governo dopo c’è la troika e la rovina per i ceti più deboli. Per questo Renzi è molto di sinistra”. Una presa di posizione oltremodo netta, sorprendente più per il passato che per il presente del presidente della Toscana. Ai tempi dell’ascesa nazionale dell’allora sindaco di Firenze Enrico Rossi polemizzò più volte contro la deriva “blairiana” voluta da Renzi, ma da diverso tempo il presidente della Toscana si è riposizionato in una strenua difesa dell’attuale esecutivo come tutta la sua corrente, i cosiddetti “Giovani Turchi” di Andrea Orlando e Matteo Orfini. Una dicotomia tra presente e passato ben rappresentata dagli interventi del presidente PD Orfini e Fassina tenuti all’assemblea nazionale di domenica 14 dicembre. Da una parte l’ex responsabile Cultura della segreteria Bersani che difendeva a spada tratto Renzi, dall’altra invece l’ex responsabile economico che lo attaccava come un propugnatore delle misure della troika. Qualche tempo fa Rossi esprimeva posizioni vicini a quelle di Fassina, ma il presidente della Toscana ora se ne è ampiamente distanziato, e lo critica implicitamente rimarcando al “Corriere” come rispetto al sostegno a questo governo non fosse molto più di sinistra appoggiare Monti. Sull’articolo 18 Rossi stigmatizza le critiche dei suoi ex compagni bersaniani, rimarcando come la sua sostanziale cancellazione non sia dirimente, a differenza di temi più rilevanti come l’introduzione del salario minimo. Il presidente della Toscana critica, con delicatezza, Renzi, rimarcando di non condividere tutto quello che faccia, come la sfida di petto ai sindacati. Il sostegno fermo all’esecutivo però non è messo in discussione. ” Io non voglio il Paese commissariato. Renzi ha il diritto e direi il dovere di provare a governare con il sostegno del suo partito”. La conversione renziana di Rossi non dipende dall’appoggio alla sua ricandidatura alla presidenza della Toscana, viene precisato. ” Chiunque si può presentare”, ha rimarcato l’esponente del PD che guida la regione roccaforte dei renziani dal 2010. Il presidente del Consiglio ha deciso di non proporre una candidatura contro Rossi, nonostante in questo momento in Toscana ci sia una fortissima maggioranza “renziana”. Le dichiarazioni di Rossi seguono un colloquio svoltosi nell’assemblea nazionale di Roma insieme a due fedelissimi del leader PD, il senatore Marcucci e il deputato Parrini. Dopo i problemi occorsi al governo in commissione Affari costituzionali era stata annullata l’assemblea regionale PD che avrebbe dovuto ufficializzare la ricandidatura di Rossi alla presidenza della Toscana, una scelta interpretata da vari commentatori come una ritorsione dei fedeli del presidente del Consiglio alla minoranza interna di sinistra.

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