Il coraggioso realismo rivolto al futuro di Obama su Cuba

giovedì, 18 dicembre 2014

Barack Obama ha fatto tutto quanto era in suo potere per restaurare piene relazioni diplomatiche con Cuba, togliere il regime de L’Avana .dalla lista dei Stati sponsor del terrorismo, così come introdurre libertà di movimento e di commercio tra i due Paesi, entro i limiti della normativa federale approvata nel 19996 dal Congresso.  Dopo 50 anni e più di contrapposizione totale gli Stati Uniti tornano a dialogare con il regime comunista dei Castro, una svolta che ha ricevuto una significativa eco in tutto il mondo. La cancellazione dell’embargo avrà bisogno di un voto congressuale che non arriverà in tempi rapidi, vista la radicale opposizione annunciata dai Repubblicani all’iniziativa di Barack Obama, ma l’amministrazione ha deciso di prendere tutte le misure possibili per superare questo ostacolo. L’iniziativa verso Cuba del presidente americano è significativa, e ispirata a un sano pragmatismo. L’amministrazione democratica  prende atto di come decenni di severe sanzioni abbiano sostanzialmente peggiorato la vita dei cubani, mentre il regime dei Castro è riuscito a sopravvivere al crollo del suo principale finanziatore, l’Unione Sovietica, da ormai più di due decenni. Barack Obama avrebbe probabilmente dovuto ottenere qualche concessione in più da Raul Castro, ma anche in questo caso appare ragionevole la sua fiducia verso un graduale percorso di normalizzazione di un Paese che di certo non rappresenta alcuna minaccia o pericolo per gli Stati Uniti. La Guerra Fredda è finita da diversi decenni, e le sanzioni contro Cuba erano ormai un reperto di un’epoca storica definitivamente tramontata, come mostra per certi versi anche la crisi subita da Putin in queste settimane. È apprezzabile che Obama, così come Hillary Clinton che aveva suggerito questa mossa, abbiano preferito perseguire l’interesse nazionale, invece che concentrarsi su un miope calcolo elettorale. Una delle ragioni, non la più importante ma neppure la più irrilevante del procrastinarsi delle sanzioni contro Cuba era la rilevanza di questo tema in Florida, Stato molto popoloso e spesso decisivo per le presidenziali. Gli Stati Uniti e Cuba hanno deciso di guardare al futuro, invece di concentrarsi su uno scontro diplomatico che non aveva più ragione d’essere.

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