Compie un grave errore chi punta sullo sfaldamento del Pd

venerdì, 23 gennaio 2015

Questo pomeriggio a Milano parteciperò volentieri anch’io a “Human Factor”, il confronto programmatico sul futuro della sinistra italiana a cui sono stato invitato da Nichi Vendola. Ed è un bene che ci si incontri sconfinando al di fuori dei troppi recinti in cui la sinistra italiana tende sempre a immagazzinarsi, sapendo di poter essere utili gli uni agli altri se capaci di mantenere uno spirito unitario di comunità.
Guardatevi intorno. Nella diffusa fatica di fare i conti con la scarsità e nel pericolo di guerra che incombe su di noi, come si fa a non avvertire un bisogno di unità, unità, unità? Vi sembra forse questo il tempo delle scissioni e dei partitini del 3-4-5…fate pure 10%? Nell’interesse delle fasce più deboli della popolazione, che dovrebbero stare a cuore alla sinistra, pensate davvero che sarebbe una buona cosa lo sfaldamento del Partito Democratico, grande contenitore delle più varie culture riformiste tanto faticosamente costituito pochi anni or sono, e peraltro in grave ritardo?
So bene che Renzi sta offrendo mille e uno pretesti a chi vuole spaccare, andarsene, ricostituire la sinistra pura e dura, magari con tanto di citazione di Berlinguer che non guasta mai. Forse Renzi se lo augura, ci dà pure la spintarella. Ma il Pd è qualcosa di più grande e complicato. Se Renzi ha vinto le primarie nel 2013 e poi si è preso la guida del governo pochi mesi dopo, è per la palese inadeguatezza della classe dirigente che lui ha sconfitto. Non possiamo dimenticarlo.
Vedo innescarsi una dinamica pericolosa che -se non controllata- può portare alla frantumazione della sinistra italiana, nel maldestro tentativo di scimmiottare le esperienze di Syriza e Podemos, ignorando le specificità di questo paese. Chi dà per scontato lo sfaldamento del Pd e, anzi, se lo augura, commette un grave errore di irresponsabilità.
Saggezza, rispetto, curiosità e spirito unitario… mi piacerebbe che fosse questo lo spirito dell’incontro milanese. Senza congiure dietro le quinte per costruire fantomatici nuovi partiti o magari, più modestamente, per restituire la scortesia dell’annessione di un Migliore.
Siamo a Milano, città dove l’esperienza del sindaco Pisapia impersona, con la sua giunta, proprio questo valore della ritrovata unità a sinistra che ha aperto un percorso di liberazione. Credo che sia un buon punto di riferimento anche per il futuro.

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