Maxi-speculazione in Borsa sulle Popolari? +65% il record Etruria e Lazio

sabato, 24 gennaio 2015

In questi giorni in Borsa o hanno brillato in modo particolare le banche popolari, che  hanno registrato aumenti  rilevanti grazie alla riforma promossa dal governo Renzi. L’esecutivo ha inserito in un decreto legge chiamato “Investment compact” (Patto per gli investimenti) un articolo che abolisce il voto capitario nelle più grandi banche popolari, trasformandole in 18 mesi in società per azioni. Le possibili fusioni e aggregazioni con gli altri istituti, oltre alla crescita del valore delle azioni delle stesse banche, che in precedenza valevano allo stesso modo per i soci a prescindere dalla quantità, hanno portato a rialzi in Borsa davvero consistenti. Questa settimana Banco Popolare è cresciuto del 21%, Ubi del 15%, Popolare Emilia del 24% e Banca Popolare di Milano del 21%. Il balzo più significato spetta all’Etruria Lazio, banca popolare con i bilanci in difficoltà che è aumentata del 65%. Il vicepresidente di questo istituto è il padre del ministro Maria Elena Boschi. Il “Corriere della Sera” di sabato 24 gennaio, in un articolo firmato da Mario Gerevini, ipotizza una possibile speculazione avvenuta su questi titoli. “Alcuni soggetti con base a Londra avrebbero creato posizioni anche rilevanti in azioni delle banche popolari nei giorni e nelle ore precedenti le prime circostanziate indiscrezioni (quindi prima delle 17.30 di venerdì 17 gennaio) sul decreto di riforma che abolisce il voto capitario nelle Popolari”. Vista la crescita di questi titoli, Gerevini rimarca quanto “siano stati abili gli accumulatori di pacchetti”. Il faro della Consob, riporta il pezzo del “Corriere”, è stato acceso su questi movimenti “strani”, anche se lo schermo e lo schema delle sponde nei paradisi fiscali frenano le verifiche delle autorità di vigilanza. Gerevini sottolinea come il provvedimento sull’abolizione del voto capitario, inizialmente previsto per un disegno di legge, sia entrato nel decreto legge il 20 gennaio. Uno scorporo che ha favorito i movimenti precedenti sulle banche popolari, vista la forte crescita registrata dopo questa modifica normativa. ” Come si è sviluppato l’iter tecnico che ha portato al varo di quel testo? Il contenuto era altamente price sensitive con l’addio al voto capitario e trasformazione in società per azioni. Per quante mani è passato il testo? Raramente un provvedimento legislativo ha avuto un impatto  così immediato e violento su una parte del listino. E mentre la norma prendeva forma, a Londra qualcuno preparava le munizioni per la grande speculazioni. Si vedrà se c’è un nesso. Di sicuro chi si è mosso l’ha fatto con grande accortezza e anticipo”, conclude Mario Gervini. Leggendo l’articolo del “Corriere della Sera” viene il dubbio che a Londra risieda qualcuno molto molto bene informato sui provvedimenti in cantiere a Palazzo Chigi.

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