Cerasa sul Foglio: Renzi farà il nome di Padoan nelle trattative sul Quirinale. Altro che Tsipras, il revival del Fmi!

martedì, 27 gennaio 2015

Claudio Cerasa scrive sul “Foglio” di martedì 27 gennaio che Matteo Renzi proporrà il nome di Pier Carlo Padoan nelle trattative con gli altri partiti che iniziano oggi. Da questa mattina al Nazareno, la sede del Partito Democratico, il segretario e presidente del Consiglio spenderà il nome del ministro dell’Economia con le altre delegazioni delle formazioni politiche rappresentate in Parlamento. Claudio Cerasa, che tra pochi giorni diventerà il nuovo direttore del “Foglio” al posto di Giuliano Ferrara, è uno dei cronisti politici più bravi e informati, ed è particolarmente vicino a Matteo Renzi, di cui ha raccontato l’intera scalata al potere sulle pagine della testata controllata dalla famiglia Berlusconi. Il nome pare confermato anche dagli altri giornali, anche se lo stesso Cerasa rimarca come il vero candidato di Matteo Renzi potrebbe non essere Padoan. Per il momento nel PD sembra esserci accordo sul metodo – nome secco e non una terna di candidati, come fatto da Bersani nel 2013 o da Veltroni nel 1999 – e sul trovare un accordo in primis con Forza Italia. Il nome di Pier Carlo Padoan potrebbe andare bene alla minoranza PD, visto il forte legame politico e personale tra il ministro dell’Economia e gli ex Ds, in particolare con D’Alema, la cui fondazione Italianieuropei è stata guidata proprio da Padoan, e non sarebbe sgradito a Berlusconi a differenza di altri candidati che circolano in questi giorni. Il ministro dell’Economia ha un profilo tecnico piuttosto autorevole, anche se in sede Ecofin, il Consiglio dei Ministri finanziari ed economici dell’UE, il suo operato non ha lasciato tracce significative. Padoan è stato un “cantore” dell’austerità negli anni in cui era il vicesegretario generale dell’Ocse, e benché durante la sua esperienza ministeriale abbia rimodulato parzialmente la sua impostazione il suo profilo rimane rassicurante per Commissione, Bce e Fmi, la cosiddetta Troika. La svolta in Grecia con la vittoria di Alexis Tsipras non sembrano aver mutato la strategia del presidente del Consiglio, visto che tipo di presidente della Repubblica avrebbe in mente. Nel pezzo di Cerasa c’è però un’intervista a uno dei parlamentari più vicini a Matteo Renzi, Angelo Rughetti, esponente di rilievo del “partito Anci”, che sponsorizza tra le righe la candidatura di Graziano Delrio. Secondo Rughetti il PD dovrebbe liberarsi dal complesso della “caratura internazionale” del prossimo presidente della Repubblica, visto che la garanzia all’estero il nostro Paese la starebbe fornendo con le riforme introdotte da questo governo. Una tesi abbastanza ardita, che pare celare un po’ di insoddisfazione del mondo renziano per una candidatura come quella di Padoan. A quanto si legge sui giornali sembra che il profilo più forte sia in realtà quello di Giuliano Amato, la cui candidatura sarebbe accolta con favore da Berlusconi e dalla minoranza PD, i due “forni” con cui tratta Renzi. L’impopolarità di Amato, la sua autorevolezza così come indipendenza eccessiva sembrano però non convincere il presidente del Consiglio, che punta su un capo dello Stato “amico” di Palazzo Chigi. Matteo Renzi ha espresso ieri la convinzione che al quarto scrutinio, quando il quorum scende alla maggioranza assoluta dei grandi elettori,  potrà essere eletto il nuovo presidente della Repubblica. Nei primi tre scrutini fino a sabato prossimo il PD voterà scheda bianca, e sarà interessante vedere se questo accordo sarà rispettato dall’ampia delegazione dei grandi elettori del PD.

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