Lo scandalo della cooperativa romana che tiene 288 rom in condizioni disumane, a 3 milioni di euro l’anno

martedì, 27 gennaio 2015

Quasi trecento rom sono ospitati in condizioni disumane all’interno di una struttura gestita dalla cooperativa sociale “InOpera” a Roma, in un edificio posto vicino al Grande raccordo anulare. Ironicamente il centro si chiama “Best House”, casa migliore, anche se l’alloggio offerto alle persone sgombrate dai campi è tragico. 288 persone di etnia rom, metà bambini, vivono in un edificio degradato, un capannone industriale riadattato, con stanze senza finestre dove dimorano sette persone in media. I bagni sono in comune e non sono praticamente mai puliti, con wc senza chiavi, docce senza protezione e porte sfondate. Condizioni disumane che però costano molto alle casse di Roma, visto che nel 2014 il Comune ora guidato da Ignazio Marino ha pagato quasi 3 milioni di euro alla cooperativa sociale “InOpera”. Diversi giornali di oggi, come “La Repubblica” e “Avvenire”, parlano di questo scandalo, sollevato di nuovo grazie a un’interrogazione dei Radicali, che ha portato anche un’ispezione della struttura “Best House” da parte del senatore del PD Luigi Manconi.  Dal 24 dicembre 2012 ad oggi la gestione della Best house è sempre stata data in affidamento diretto alla cooperativa “InOpera”. Le prime determinazioni sono firmate dal direttore del dipartimento Servizi sociali dell’era Alemanno, Angelo Scozzafava, indagato per Mafia capitale. “Best House” era una struttura di permanenza temporanea, dove sono stati portati numerosi rom a partire dall’estate del 2012, dopo che sono stati sgomberati diversi campi in precedenza tollerati. I rom, di nazionalità rumena e bosniaca, sono continuati ad arrivare nel corso degli ultimi anni, e nonostante numerose proteste la struttura è stata mantenuta aperte  tramite diverse proroghe. «È un mostro, figlio delle proroghe – dice il neo Assessore capitolino ai servizi sociali Francesca Danese – dietro le quali si è insediato il malaffare. Va chiuso. Entro un paio di mesi». Una presa di posizione positiva, che però andrà verificata visto che finora la giunta di Ignazio Marino ha continuato a finanziare “Best House” nonostante diversi partiti come i Radicali o associazioni per i diritti umani abbiano chiesto di affrontare una situazione così grave di degrado.

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