L’ultimatum alla Grecia

giovedì, 19 febbraio 2015

Il 28 febbraio scadrà il programma di assistenza finanziaria alla Grecia concordato dai Paesi creditori dell’eurozona e dal Fondo monetario internazionale nel 2012. Dopo diverse settimane di estenuante tira e molla e durissime trattative, il governo di Alexis Tsipras si trova di fronte a un dilemma. Piegarsi di fronte alla volontà ferrea dell’eurogruppo, indisponibile ad accettare la richiesta di una nuova linea di credito senza impegni sul rispetto delle riforme adottate dal Memorandum della Troika, oppure rischiare l’inosabile. In questo momento la Grecia ha fondi nelle casse statali insufficienti per rimborsare i propri debiti internazionali, un sistema bancario al limite del collasso, e un costo del debito insostenibile sui mercati dei capitali. La situazione è estremamente complessa e difficile, e le mosse di Tsipras e Varoufakis sembrano in realtà aver ricompattato un vasto fronte di Paesi dell’eurozona contro le richieste “impossibili” di Atene. Una nuova linea di crediti verso Atene dovrebbe essere approvata da diversi Parlamenti, e senza precise condizionalità questi pacchetti non potrebbero mai passare l’esame delle assemblee legislative di Germania, Paesi Bassi o Finlandia. Angela Merkel ha rimarcato come la solidarietà non possa essere intesa a senso unico, invitando il governo Tsipras a impegnarsi sul rispetto delle riforme indicate dal Memorandum della Troika per ottenere i nuovi prestiti richiesti per evitare il default. Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Jack Lew, ha telefonato al suo collega Varoufakis invitandolo a trovare un accordo con l’UE e il Fondo monetario internazionale. Gli Usa in queste settimane si sono profilati come un possibile alleato della svolta anti austerity del governo Tsipras, ma di fronte alla compattezza dell’Europa anche da Washington i toni si sono rimodulati. La Bce ha aumentato i fondi a disposizione per la liquidità straordinaria alle banche greche, nonostante diverse pressioni per bloccare questa misura che consente agli istituti di credito ellenici di potersi finanziare a costi ancora sostenibili.

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