Famiglia Cristiana a Salvini: giù le mani da don Milani

lunedì, 2 marzo 2015

Famiglia Cristiana chiede a Matteo Salvini di non citare a sproposito don Milani, viste le enormi differenze tra gli obiettivi politici del leader della Lega e l’impegno sociale del sacerdote ideatore della scuola di Barbiana. In un editoriale firmato da Elisa Chiari si rimarca infatti come don Lorenzo Milani ora sarebbe in mezzo alle persone, immigrati e rom, che Salvini dichiara di voler cacciare dall’Italia, e come la scuola di Barbiana fosse aperta a tutti, al contrario della visione di chiusura propagandata dal Carroccio nazionalista alleato di Marine Le Pen. Sabato scorso, piuttosto a sorpresa, Matteo Salvini aveva citato don Lorenzo Milani nel suo discorso di piazza del Popolo. ” Mi piacerebbe che nelle scuole si studiasse don Milani : a leggi sbagliate si deve disobbedire fino a che non vengono cambiate. E in Italia sono tante”, ha esclamato il leader della Lega citando l’attività del sacerdote fiorentino. Don Lorenzo Milani è una figura che gode di un apprezzamento diffuso per l’innovativa opera di educazione scolastica promossa dalla scuola di Barbiana, una piccola città toscana, a favore delle classi sociali più povere. Don Milani si impegnò tra le altre cose per contrastare l’esclusione dei bambini più deboli ed emarginati che caratterizza la scuola italiana del secondo dopoguerra. Un’attività simboleggiata dallo slogan I Care, io mi curo degli altri, poi utilizzato da Walter Veltroni quando divenne segretario dei Democratici di Sinistra. Famiglia Cristiana ha rimarcato la sua contrarietà a una strumentalizzazione politica di don Milani, ma ha comunque voluto sottolineare quanto il prete di Barbiana non avesse caratteristiche assimilabili al “me ne frego” propugnato dalla destra nazionalista di Salvini. ”  Non tanto perché don Milani  non era uomo di nessuno se non del Vangelo da vivo, e non ci pare opportuno che venga ascritto alla ditta di alcuno da morto (vale anche per altri che l’hanno tirato per la tonaca in questi anni). Men che meno a una ditta che si sente più affine – a giudicare dalle dichiarate sintonie lepeniane – al “me ne frego”, che all’ I Care, che c’è ancora sulla porta della stanzetta ch’era stata di don Lorenzo, lassù a Barbiana”.

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