Il benzinaio Stacchio: no alla giustizia fai da te

venerdì, 6 marzo 2015

In queste settimane Graziano Stacchio è diventato un simbolo della Lega Nord e di tutte le forze di destra che martellano sui temi di sicurezza, ordine pubblico e immigrazione. Matteo Salvini lo ha citato ripetutamente nel suo discorso di piazza del Popolo, indossando una maglietta in suo onore. Graziano Stacchio chiede però di non sparare in suo nome in un’intervista a “La Repubblica” di venerdì 6 marzo 2015. Il benzinaio di Vicenza rimarca al giornalista Paolo Berizzi la sua ferma contrarietà alla giustizia fai da te, per non trasformare la società nel Far West. ” L’effetto mediatico mi ha stordito. Però davvero non possiamo vivere in un mondo che va in questa direzione. È storta. Non voglio rassegnarmi alla legge della giungla, al terrore, che lavori e torni a casa guardandoti alle spalle. non sono un eroe né un modello da imitare. Né tanto meno un simbolo. Lo dico subito: la gente non deve sparare in mio nome, né in Veneto né in Sicilia. Solo l’idea mi fa paura. Non è che adesso ognuno si deve sentire autorizzato a sparare. Sennò che cosa facciamo, il Far West?” Graziano Stacchio evita ogni strumentalizzazione del suo gesto, anche rimarca di aver provato piacere per la solidarietà offertagli da diversi politici. Per Stacchio la sicurezza non è un tema di destra e di sinistra, e ammonisce come l’eccesso di insicurezza possa mandare fuori di testa le persone. ” Capisco che la gente oggi è terrorizzata. Il punto non sono i rom o gli immigrati. Non ce l’ho con loro. Molte sono bravissime persone. Ma se devi chiuderti in casa con gli allarmi e i catenacci, se mentri lavori ti entrano col mitra, capisco che uno possa perdere la testa. Lo Stato deve potenziare i mezzi delle forze dell’ordine”. Per quanto riguarda l’omicidio da lui commesso, Graziano Stacchio sottolinea di sentirsi a posto con la sua coscienza. ” E’ stato un gesto disperato di difesa e autodifesa, non di offesa. Il mio è stato un atto di istinto, di disperazione. Vorrei dire anche di umanità, perché quella ragazza (dentro la gioielleria, ndr ) era sotto scacco di cinque banditi armati di mitra. La volta prima era stata addirittura sequestrata. Quando quel rapinatore mi ha puntato l’arma addosso, ho mirato. Stando attento a non fare andare in giro colpi. Se i suoi complici l’avessero lasciato lì gli avrei messo subito un laccio emostatico, avrei provato a salvarlo. Ambulanza e via”. Graziano Stacchio rimarca come il maggior dispiacere di questa vicenda sia la morte di una persona. ” Se i suoi complici me lo avessero permesso avrei provato a salvarlo. Ma non hanno avuto rispetto nemmeno per la sua vita”.

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