Lupi è al capolinea ma il sistema Incalza beneficiava anche la Ditta: il Pd deve sbarazzarsene

martedì, 17 marzo 2015

Mi sembra ormai evidente che Maurizio Lupi non possa più essere sostenuto, neanche dal suo partito, nell’incarico di ministro delle Infrastrutture. La sua esperienza di governo è giunta al capolinea. Non escludo che il suo destino sia una ricollocazione a destra, dov’è più facile riproporsi nella veste di perseguitato politico. Ma se quello di Lupi è il caso più appariscente, ben presto l’attenzione si sposterà sulle altre figure di intermediazione fra politica e affari messe sotto inchiesta dalla Procura di Firenze perchè organiche al lubrificato sistema-Incalza. Mi riferisco agli uomini del Pd nazionale e emiliano, tutti riconducibili alla cosiddetta Ditta già puntualmente coinvolta in scandali analoghi da Milano a Roma, da Genova a Venezia.
E’ davvero giunta l’ora di porre fine alla reticenza e di affrontare un dibattito pubblico su questo sistema di intermediazione affaristica che scredita la sinistra. Da tempo lo chiedo a Gianni Cuperlo. Faccio notare che anche le primarie di Venezia, con la schiacciante vittoria di Felice Casson su Nicola Pellicani, hanno visto quest’ultimo penalizzato dal sostegno (nocivo) di dirigenti chiamati in causa per i finanziamenti e gli appalti del Consorzio Venezia Nuova. Come il bersaniano Davide Zoggia, per fare un nome.
Davvero qualcuno crede che il Pd debba continuare a proteggere un sottopotere locale e nazionale incline alla violazione della legge e dell’etica pubblica? Se oggi la minoranza Pd appare così debole e divisa, è anche per l’imbarazzo che mostra nell’affrontare questo nervo scoperto.

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