C’è poco da esultare: in Francia la Le Pen tiene e detta la linea a Sarkozy

lunedì, 23 marzo 2015

Il primo turno delle elezioni per il rinnovo dei dipartimenti francesi si sono concluse con un buon  successo dell’Ump di Nicolas Sarkozy.  Secondo i dati ancora provvisori del ministero degli Interni francese la coalizione di centrodestra ha conseguito una percentuale di poco superiore al 35%, con il principale partito guidato dall’ex presidente intorno al 30%. Il calcolo è per il momento ancora approssimativo per il particolare sistema di voto, e le diverse liste da sommare. Il Front National ha invece conseguito il 25% correndo, come sempre, da solo. Il partito di Marine Le Pen ha ottenuto la stessa percentuale delle scorse elezioni europee, ma questa volta non è riuscito a ottenere il primo posto a livello nazionale come capitato il 25 maggio del 2014. Il risultato del FN è buono ma non esaltante, visto che i sondaggi lo rilevavano in prima posizione e intorno al 30%. Il sistema maggioritario a doppio turno potrebbe poi favorire una netta vittoria dell’Ump così come una buona tenuta dei socialisti nei ballottaggi, e lasciare la destra no euro con pochi seggi in più rispetto alle precedenti cantonali. Il risultato della sinistra francese è stato discreto considerando le aspettative molto negative di osservatori e media, e ha confermato ancora una volta tutte le difficoltà di consenso della presidenza Hollande. Da quando l’Eliseo è tornato socialista si sono susseguite solo sconfitte elettorali, a partire dalle comunali del 2014 e il catastrofico tonfo delle europee. Un tratto in realtà tipico di tutte le ultime amministrazioni presidenziali, che hanno praticamente sempre perso ogni tornata elettorale intermedia, da Chirac a Sarkozy fino alle difficoltà attuali di Hollande. Le dipartimantali hanno confermato lo spostamento a destra della Francia, prefigurando un bipolarismo tra il centrodestra repubblicano e la destra nazionalista che potrebbe riproporsi anche al ballottaggio delle presidenziali 2017. Da quando è tornato alla guida dell’Ump Nicolas Sarkozy ha impresso una svolta conservatrice alla droite repubblicana per inseguire gli elettori attratti da Marine Le Pen, ma scettici sulle sue posizioni estremiste. Al momento questo inseguimento sembra pagare, dando nuova luce a una leadership assai appannatasi in tempi recenti dopo la sconfitta alle presidenziali 2012 e i successivi scandali giudiziari. Uno dei simboli della virata destrorsa di Sarkozy è la rottura del fronte repubblicano. Fino a pochi mesi fa Ump e socialisti si appoggiavano a vicenda nei ballottaggi in cui i loro candidati correvano contro un esponente del Front National. Sarkozy ha pensionato questa tradizione, rilanciata invece in queste ore dal premier Manuel Valls, che ha guidato la campagna elettorale dei socialisti incentrandola quasi tutta sullo scontro con Marine Le Pen. Il predecessore di Holland all’Eliseo ha invece rimodulato alcune delle posizioni tipiche del Front National. Sarkozy ha chiesto più volte una revisione del trattato di Schengen sulla libera circolazione per un significativo contenimento dell’immigrazione – Marine Le Pen ne propone l’abolizione – e ha appoggiato il rifiuto di servire piatti alternativi alla carne di maiale nelle mense scolastiche per venire incontro alle richieste dei genitori musulmani. Una battaglia culturale tipica del lepenismo che mette a disagio parte dell’Ump –  l’anima più centrista che fa riferimento al possibile sfidante di Sarkozy Alain Juppè –  ma che al momento sembra particolarmente efficace dal punto di vista elettorale.

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