Il settarismo identitario non riscuote successo fra gli ebrei milanesi: vota solo il 35% degli iscritti

martedì, 24 marzo 2015

Si sono concluse con un pari e patta fra due liste contrapposte le elezioni per il rinnovo del Consiglio della Comunità ebraica di Milano, sciolto dopo lo scandalo degli ammanchi milionari perpetrati negli anni da un funzionario disonesto. Il dato più significativo è l’ulteriore calo della partecipazione al voto, ormai ridotta al 35% degli aventi diritto. Molto meno della metà, nonostante un protagonismo mediatico senza precedenti.
La rappresentatività dei portavoce comunitari ne esce assai delegittimata. I roboanti proclami identitari in cui si è contraddistinta soprattutto la destra interna (“ci impegnamo a non criticare mai Israele”, hanno scritto in un appello congiunto l’uscente Walker Mekhnagi e il romano Riccardo Pacifici) trovano adesioni sempre più ridotte. Neanche fra i pochi che vanno ancora a votare prevale il settarismo di chi aveva strumentalizzato perfino la tutela della sicurezza a fini propagandistici.
A furia di insultare e discriminare ogni voce dissonante, nell’ebraismo comunitario italiano si ritrovano a suonarsele e cantarsele fra quattro gatti.
Le cifre, al proposito, parlano da sole.

P.S. L’ unica buona sorpresa è stato il successo personale di una manager, Antonella Musatti, stimata da tutti per la sua gestione della Casa di Riposo e presentatasi in solitudine come indipendente. Non ci vuole re Salomone per riconoscere in lei la “vera madre” e proporla come futura presidente di rinnovamento.

I commenti sono chiusi.

I commenti di questo blog sono sotto monitoraggio delle Autorità. Ti preghiamo di mantenere i toni della discussione entro i limiti di buona educazione e netiquette in essere come regole del blog. Inoltre usa con moderazione i seguenti comandi di formattazione testo.