La perdita del senso del limite, quel minimo di pudore che dovrebbe impedirci di deridere la tragedia in cui sono coinvolti tanti nostri simili, è una degradazione nella quale si immergono gli ossessi. Beppe Grillo, ossesso dalla perdita di centralità cui l’ha condannato Matteo Renzi, crede di fare lo spiritoso scrivendo un post in cui paragona il premier al pilota suicida criminale Andrea Lubitz. Proprio come il suo degno compare Alessandro Sallusti che, a sua volta per ossessione anti-tedesca, sul suo Giornale ha storpiato con gran trovata Schettino in Schettinen.
Dovrebbero vergognarsi entrambi, se non fossero completamente egoriferiti e obnubilati.
Grillo critica l'”uomo solo al comando” dimenticando che tale rilievo potrebbe essergli riferito a sua volta, nella sua veste di proprietario per statuto di un movimento politico. Un buffone che non sa più far ridere, e non conosce il silenzio imposto dal lutto.