Sinistra Pd, verso la scissione più indecifrabile della storia?

martedì, 31 marzo 2015

Con tutta la mia buona volontà, e una certa dose di perversione, ho seguito in streaming la direzione del Pd pur trovandomi ancora in Israele. L’esito scontato non ha tolto interesse agli interventi della minoranza interna che si sforzavano di descrivere le novità emerse nei diversi sistemi politici europei, col bipolarismo ormai in crisi quasi dappertutto, perfino nel Regno Unito. Se ne dovrebbe trarre la conseguenza che l’Italicum è invecchiato prima ancora di nascere, e perfino la grande novità del ballottaggio andrebbe stretta a un paese come il nostro, dove due dei tre poli rappresentati da Grillo e Berlusconi.
Interessante, ma questa discussione strategica avviene fuori tempo massimo, dopo anni in cui si è maturata dall’Ulivo al Pd una visione della politica bipolare e maggioritaria. Dal tono accorato di Speranza, dall’appello unitario di Cuperlo, dalla stizza di D’Attorre si intuiva che il Pd ora si troverebbe sull’orlo di una spaccatura definitiva, se i parlamentari verranno messi davanti alla scelta di votare l’Italicum così com’è. Boh. A costo di passare per fesso, una spaccatura del Pd che si manifestasse sulla legge elettorale resta, dal mio punto di vista, la scissione più indecifrabile della storia.
Ci sono molti punti critici che rendono problematico un futuro ruolo di sinistra del Pd,me ne accorgo anch’io, ma sono davvero altri.

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