Finisce il mistero sul dossier sulla spending review di Cottarelli

mercoledì, 1 aprile 2015

Il dossier sulla spending review elaborato da Carlo Cottarelli e da un team di economisti ed esperti che l’hanno affiancato è stato finalmente pubblicato, a più di un anno dalla sua misteriosa scomparsa. Sul sito revisionedellaspesa.gov.it è possibile consultare l’intero dossier, che mira a ottenere al massimo risparmi di 34 miliardi per il 2016. La spending review di Cottarelli si prefiggeva l’obiettivo di recuperare importanti risorse senza lo stravolgimento del Welfare State, e senza ridurre la spesa per l’istruzione. L’utilizzo di queste risorse, per la riduzione del debito oppure per la diminuzione delle tasse, sono infatti di competenza della politica, come la stessa spending review. Nominato commissario dal governo di Enrico Letta, Carlo Cottarelli è stato prima marginalizzato da Matteo Renzi, e poi sostanzialmente esautorato. A ottobre 2014 il commissario alla revisione della spesa pubblica è tornato a lavorare al Fondo monetario internazionale, organismo di cui era dirigente, mentre sul suo lavoro è sceso il silenzio. Ora che il governo Renzi ha indicato in Yoram Gutgeld e Roberto Perotti i due nuovi responsabili alle revisione della spesa pubblica il suo dossier è stato finalmente pubblicato. Lo studio di Cottarelli prevede risparmi in molti comparti dello Stato, e contiene proposte che difficilmente troveranno applicazione per resistenze della politica. Il dossier sulla spending review propone per esempio un intervento sulle pensioni che è stato escluso da Perotti pochi giorni fa in un’intervista al “Corriere”,. Le parole di Perotti hanno implicitamente evidenziato  come sia difficile ridurre la spesa pubblica italiana, se si esclude quella previdenziale, di gran lunga la posta di bilancio più corposa. Cottarelli proponeva il superamento dei cumuli e l’aggancio delle prestazioni assistenziali al reddito effettivo dei beneficiari verificato con l’utilizzo incrociato della banche dati di Inps ed Entrate. Nei diciannove dossier della spending review elaborati sotto la supervisione di Cottarelli si notano proposte come il taglio agli affitti pagati da enti pubblici, fuori controllo per oltre un miliardo di euro, la riduzione dei trasferimenti alle ferrovie, da cui ottenere diversi miliardi – al pressochè  certo prezzo di aumentare il costo dei biglietti – l’accorpamento dei piccoli Comuni e la licenziabilità dei dipendenti pubblici. Alcune idee come la razionalizzazione e centralizzazione degli acquisti della PA sono già state riprese nel corso degli ultimi mesi, anche se la parte più rilevane del dossier Cottarelli è rimasto lettera morta.

 

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