Buttafuoco e la tortura: il fascino maschio (e un po’ fascista) del potere

giovedì, 9 aprile 2015

Mi ha colpito leggere l’appassionata difesa di Gianni De Gennaro pubblicata su “Il Foglio” da Pietrangelo Buttafuoco. Non tanto per la banalissima accusa di moralismo rivolta a chi chiede un passo indietro al superpoliziotto, divenuto nel frattempo supermanager di Stato (nel settore degli armamenti). Quell’accusa di moralismo è un tic nervoso, spiace che il titolista poco fantasioso la reiteri, perchè in Buttafuoco c’è di più, molto di più. Fervente ammiratore di De Gennaro per l’abilità e il coraggio dimostrati da costui nella lotta contro i criminali, Buttafuoco non riesce a capacitarsi che tali virtù non bastino a frenare la richiesta di un passo indietro del superuomo. Gli fa schifo il democratico Orfini che parlava di nomina “vergognosa” già prima della sentenza europea. La prosa elegiaca di Buttafuoco vibra nel descrivere le imprese del vero uomo De Gennaro contro gli omuncoli che lo denigrano, rivelando la vera e propria fascinazione virilistica del laudatore. Per il quale il maschio valoroso al potere -secondo antica tradizione- merita devozione a prescindere. In questo caso, a prescindere dalle colpe disonorevoli dei suoi sottoposti. Vigliaccherie commesse profittando di un potere del quale non erano degni.
Il senso classico dell’onore vorrebbe che un capo si assumesse la responsabilità delle malefatte dei subalterni, ciò che De Gennaro si guardò bene dal fare. Ha lasciato che altri pagassero per lui, forse confidando di ricompensarli altrimenti e di proteggere l’intero sistema.
Temo che quel senso fascista di impunità connesso alla violenza esercitata dal potere, resti componente essenziale dello sfogo appassionato di Buttafuoco. Sospingendolo all’argomento deboluccio: come osate sparlare di De Gennaro che arrestò Buscetta e con Falcone demolì Cosa Nostra? Ma De Gennaro non è un ardito, non è neanche il Capitano Ultimo rimasto in prima linea a rischiare. De Gennaro è il volto di un potere poliziesco sfregiato dall’abuso del potere. Temo che proprio questo, di lui, piaccia a certa gente.

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