La guerra della sopravvivenza sui barconi alimenta false frontiere mentali

venerdì, 17 aprile 2015

L’oscenità delle notizie giunte da Palermo sui dodici migranti cristiani nigeriani e ghanesi buttati giù dalla barca da altri quindici migranti musulmani ivoriani, senegalesi e della Guinea Bissau, è tanto più acuta per gli effetti mentali che rischia di produrre. Come se la nostra mente fosse chiamata a scegliere fra buoni e cattivi su base religiosa anche là dove i fedeli sono tutti ostaggi volontari del medesimo tentativo di trovare scampo in Europa.
Così “musulmani contro cristiani” fa più titolo del semplice “400 morti nel canale di Sicilia”, dato con molto minor risalto l’altro ieri. Un modo, forse involontario, di manifestare il bisogno di trovarsi un nemico, sempre e comunque, una volta riconosciuto che siamo in guerra. Qualcuno che butteremmo giù dal barcone al posto di quell’altro?

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