Sul TTIP Renzi sceglie Obama e si isola nella sinistra europea

sabato, 18 aprile 2015

Il TTIP, il trattato di libero scambio tra Stati Uniti e Unione Europa, è una priorità del governo italiano, che ha deciso di profilarsi come il Paese UE più favorevole  a questo accordo commerciale. Forse per strappare qualcosa in più di quello che ha poi ottenuto sulla Libia, Matteo Renzi ha preso una posizione piuttosto rischiosa e isolata in merito al TTIP. Il presidente del Consiglio, in un’occasione formale come la visita ufficiale negli Stati Uniti, ha dichiarato come il TTIP sia ” un grande obiet­tivo, come governo stiamo spin­gendo con grande deter­mi­na­zione, non solo perché abbiamo tutto da guadagnare ma anche perché se gli Usa fanno accordi commerciali con tante parti del mondo è fondamentale avere lo stesso rapporto con gli Usa”. Matteo Renzi, da leader del PD, ha rimarcato come difenda il TTIP anche all’interno del Pse. Come scrive il sito “Formiche”, ” il premier ha poi tirato in ballo il partito di cui è segretario, il Pd, maggiore forza europea in seno al Pse, ricordando che ”è convinto e sostiene in Ue questa posizione, anche se ci sono resistenze da parte dei socialdemocratici tedeschi”. Nonostante ciò, ha spiegato, “siamo determinati a trovare gli accordi necessari per il TTIP”. Il presidente del Consiglio è stato sicuramente coraggioso, perché ha preso una posizione che ha evidenziato l’isolamento del nostro Paese e del PD all’interno del consesso europeo progressista. Oggi in centinaia di città scenderanno in piazza i movimenti anti TTIP, che in questi mesi di battaglia sono riusciti a spostare su posizioni sempre più scettiche i governi e i partiti più importanti dell’UE. L’esempio della Germania citato da Renzi è corretto, anche se parziale, visto che quasi tutto il Pse è contro l’attuale versione di quest’accordo; il leader della Spd, il vicecancelliere Sigmar Gabriel, si è schierato per il TTIP, anche se con meno enfasi “americana” rispetto al nostro presidente del Consiglio, ma è stato fermato dall’ala sinistra della socialdemocrazia tedesca. Ci sono diversi punti sensibili sul trattato di libero scambio, ma l’elemento che suscita i maggiori timori e i conseguenti freni è la clausola ISDS – Investor-State Dispute Settlement. Le aziende Usa, in caso di ratifica del TTIP, ricorrerebbero  a collegi arbitrali terzi in caso di violazione, da parte dello Stato destinatario dell’investimento estero, delle norme di diritto internazionale in materia di investimenti. La Spd rifiuta la clausola ISDS in modo piuttosto compatto, mentre la Cdu di Angela Merkel è ben più possibilista. L’Austria, Paese guidato da un cancelliere socialdemocratico, Werner Faymann, ha dichiarato in sede di Consiglio Europeo che bloccherà il TTIP in caso di mantenimento della protezione speciale degli investimenti esteri. Il più diffuso giornale austriaco, Krone Zeitung, ha lanciato una raccolta firme che è stata sottoscritta da più di 600 mila persone per fermare il trattato di libero scambio. Le firme sono state portate qualche mese fa a Martin Schulz, il leader del Pse al Parlamento Europeo, che ha garantito come la clausola ISDS non passerà. Queste sono solo alcune delle tensioni suscitate dal TTIP che ne hanno bloccato le trattative e il percorso verso l’approvazione, che era inizialmente prevista per il 2014. Il semestre italiano aveva come obiettivo prioritario la conclusione dell’accordo, ma in UE nessuno o quasi scommette più sulla ratifica di di questo trattato, a meno di radicali modifiche che incontrato le ostilità degli Usa. L’opposizione è venuta principalmente dai partiti di centrosinistra, timorosi di pressioni negative sui diritti dei lavoratori e la tutela dell’ambiente procurate da un accordo commerciale che introdurrebbe regole di mercato sicuramente più liberali rispetto alle attuali. Matteo Renzi ha preso una posizione chiara, e ora bisognerà valutare se riuscirà a portare il Pse sulle posizioni di Angela Merkel e David Cameron, i due leader UE che più hanno spinto per un’approvazione rapida del TTIP. Linko un mio pezzo di Giornalettismo.com che spiega i contenuti del trattato di libero scambio tra Usa e UE.

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