700 profughi morti in una notte, la guerra in cui ci nascondiamo

domenica, 19 aprile 2015

L’atroce notizia è di un peschereccio di soli 30 metri con più di 700 persone a bordo affondato una settantina di chilometri a nord delle coste libiche, mentre era diretto verso la Sicilia. Sarebbe avvenuto intorno alla mezzanotte. Il peschereccio si sarebbe capovolto quando stava per essere raggiunto da una nave commerciale, la King Jacob, allertata dalla Guardia Costiera. Si parla di soli 28 sopravvissuti.
La tragedia più grande di sempre, scriveremo di nuovo. Più di due volte il naufragio di Lampedusa. Ma la notizia va integrata ricordando che l’ecatombe è in atto nell’indifferenza generale dall’inizio del 2015. Con l’Unione Europea che non trova motivi d’urgenza per modificare nè le limitazioni dell’operazione Triton (pattugliamento limitato alle acque di Schengen), nè gli accordi di Dublino sull’accoglienza dei richiedenti asilo.
I morti del Mediterraneo sono le vittime di una guerra feroce nella quale ci nascondiamo, dopo aver ceduto ai trafficanti di morte il monopolio sulle coste nordafricane e su vasti tratti del nostro mare. L’indifferenza ci avvelena. E’ già successo in Europa settanta anni fa di assistere a stragi di massa voltandosi dall’altra parte. La storia si ripete.

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