Lucrezia Reichlin: Grecia fuori dall’euro avrebbe conseguenze gravissime per l’Italia

sabato, 25 aprile 2015

L’economista Lucrezia Reichlin ritiene che il Grexit, l’addio della Grecia all’euro, possa avere conseguenze gravissime per l’Italia. La docente della London Business School rimarca come un default della Grecia, a cui assegna una probabilità di verificarsi pari al 30%, provocherebbe rilevanti problemi dal punto di vista politico a tutta l’Europa. “Anche se non si avessero dirette sul sistema bancario italiano nè  tedesco nè francese perchè gli affari con la Grecia sono ridotti al minimo, il rialzo dei tassi sul fronte dei tassi sarebbe inevitabile. Basta pochissimi perchè l’Italia bruci qualsiasi tesoretto che sia riuscita ad accantonare”. Lucrezia Reichlin si riferisce al bonus Def immaginato, diciamo così, dal governo Renzi grazie al punto decimale di deficit Pil in meno del deficit tendenziale stimato per la fine del 2015 rispetto al valore programmatico. Questo ipotetico “tesoretto” è stato creato dalla rilevante discesa dei tassi di interesse sul nostro debito pubblico registrata sui mercati tra la fine del 2014 e i primi mesi del 2015, grazie al Quantitative Easing della Bce. Nelle ultime settimane il costo del debito è in realtà risalito proprio a causa dell’incapacità di trovare un accordo tra la Grecia e i Paesi creditori dell’eurozona. Una crisi finanziaria su larga scala come avvenuto tra il 2011 e il 2012 non dovrebbe verificarsi, viste le riforme introdotte in questi anni per rafforzare l’architettura dell’unione monetaria quali la creazione dell’unione bancaria, l’istituzione del fondo salva euro Esm e le politiche monetarie non convenzionali della Bce. Per Reichlin il problema di un default di Atene o di un’uscita dall’euro sarebbe eminentemente politico, “un danno all’immagine dell’Europa e minerebbe la stabilità dell’Unione nel lungo periodo. Non è pensabile un’Europa senza la Grecia”. Gli Stati membri dell’unione monetaria hanno più volte ribadito la loro intenzione di non far uscire la Grecia dall’euro e di evitarne il default, ma al momento questo impegno non è riuscito a trovare alcuna concretizzazione. L’intesa dell’Eurogruppo di fine febbraio aveva sancito l’erogazione dell’ultima tranche di prestiti da 7,2 miliardi di euro alla Grecia, a condizione di riforme severe che garantissero sul proseguimento del consolidamento fiscale adottato in questi anni. Il governo di Alexis Tsipras rifiuta però l’austerità, e in questi ultimi due mesi sono cresciute solo le ostilità reciproche tra Grecia e Paesi creditori. L’esecutivo di Atene ha “requisito” le casse di aziende statali ed enti locali per avere i soldi per pagare le rate di maggio, ma a giugno difficilmente sarà in grado di rimborsare i prestiti concessi negli anni passati. Un accordo dovrà in qualche modo esser trovato per far rimanere la Grecia nell’euro, ed evitare anche sanguinose perdite di bilancio di molti Stati UE, inclusa l’Italia, esposti in alcuni casi come il nostro anche per diverse decine di miliardi di euro.

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