Sondaggio del Corriere: gli italiani bocciano l’Italicum

lunedì, 27 aprile 2015

Secondo i dati di un sondaggio Ispos condotto per il “Corriere della Sera” di domenica 26 aprile una maggioranza ampia degli italiani è contraria alla nuova legge elettorale. L’indagine dell’istituto di Nando Pagnoncelli ha rilevato un 51% di opinioni negative sull’Italicum, contrapposto a solo il 34% di positivi. I dati più interessanti sono probabilmente due. Il primo è che nonostante si discuta con grande intensità di questa riforma elettorale da diverse settimane la conoscenza dell’Italicum sia bassa. Solo il 35% del campione afferma di conoscere abbastanza bene la nuova riforma elettorale. L’altro dato interessante è la tendenza negativa dell’Italicum. Quando è stato presentata dal governo Renzi la proposta di nuova legge elettorale era apprezzata dal 58% degli italiani, e non era condivisa dal 30%. Ora invece i rapporti di forza si sono praticamente ribaltati. Questo dato riflette probabilmente la forte politicizzazione assunta dall’Italicum, e il calo di consenso registrato dal governo Renzi negli ultimi mesi. Come spiega Pagnoncelli, l’Italicum è apprezzato solo da una maggioranza di elettori del PD, mentre chi vota per le maggiori forze di opposizione, inclusa anche Forza Italia che aveva inizialmente sostenuto la riforma, esprime invece un’opinione contraria. Fino a settembre il governo Renzi aveva una popolarità ben superiore al 50%, mentre da ormai diversi mesi il calo è stato pressoché costante, con un apprezzamento dell’operato anche inferiore al 40%. La duplice restrizione della base del consenso – meno partiti a favore, e minor consenso per il PD e per il governo, ha così reso impopolare l’Italicum. Guardando i dati si osserva ancora una volta come l’aspetto più criticato dall’Italicum sia la riduzione dello spazio di scelta per i cittadini in merito alle elezioni dei parlamentari. Il 61% del campione Ipsos boccia i capolista bloccati. Allo stesso modo, rimarca Pagnoncelli, “la forte aspettativa di potersi esprimere sulla scelta dei candidati  influenza anche le opinioni sulla riforma del Senato: quasi due italiani su tre (61%) plaudono alla riduzione dei senatori e alla fine del bicameralismo paritario ma vorrebbero che il Senato continuasse ad essere eletto dai cittadini”. L’impopolarità del “Parlamento dei nominati” e una eccessiva politicizzazione del confronto sulle riforme costituzionali potrebbero rendere assai difficile il superamento del referendum costituzionale. Le riforme promosse dal PD hanno aspetti popolari, come la riduzione dei parlamentari, ma anche altri al momento bocciati seccamente dall’opinione pubblica. La restrizione del fronte favorevole alle modifiche costituzionali alla sola maggioranza di governo, e nello specifico al solo PD alla luce dei pressochè nulli consensi degli altri partiti, evidenzia quanto problematica possa essere ottenere il 50%+1 alla consultazione che deciderà il destino di queste riforme. Già nel 2006 le modifiche costituzionali promosse dal centrodestra furono bocciate, alla luce di un percorso ristretto alla sola maggioranza di governo, e al calo di consenso subito dai governi Berlusconi.

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