I numeri sull’Italicum

martedì, 28 aprile 2015

La Camera dei Deputati avvia tra poco  le votazioni sulla nuova legge elettorale dopo che ieri si è conclusa la discussione generale sul provvedimento in un’aula praticamente vuota. Matteo Renzi ha posto una sostanziale questione di fiducia sull’Italicum, annunciando come in caso di bocciatura sia pronto alle dimissioni. Un esito così negativo per il presidente del Consiglio non ci dovrebbe essere, visti i numeri su cui può contare alla Camera dei Deputati. A Montecitorio la maggioranza del governo Renzi è stimata intorno a quota 390 deputati, contro circa 240 all’opposizione, come ricorda il “Sole 24 Ore” di martedì 28 aprile 2015 e questa analisi di Donato De Sena per Giornaletttismo. Questi numeri però non si presentano quasi mai, visto che diversi parlamentari non partecipano alle votazioni.  Nei voti di fiducia degli ultimi mesi, ridottosi sensibilmente da quando è diventato presidente della Repubblica Sergio Mattarella, l’esecutivo guidato dal segretario del PD ha ottenuto circa 350, 360 sì. Sul Jobs Act invece i favorevoli sono scesi a quota 316, la maggioranza assoluta della Camera dei Deputati, mentre sulle riforme costituzionali ci sono state votazioni passate con maggioranza relativa, con 308 sì. In caso di unità del PD l’Italicum non avrà alcun problema o quasi a passare l’esame dell’aula. Molti giornali si concentrano sulla votazione finale, ma in realtà la vera battaglia della minoranza del PD si è concentrata su due modifiche, la quota dei candidati eletti con le preferenze e la possibilità di apparentamento tra liste al secondo turno, che se accolte farebbero tornare il testo al Senato. E’ ancora possibile, se non probabile, che il governo Renzi ponga la questione di fiducia sul testo uscito dalla Commissione, identico a quello del Senato, per evitare un’altra lettura rischiosa a Palazzo Madama. Rispetto al Senato la Camera dei Deputati vota più spesso a scrutinio segreto. Oggi ci dovrebbero essere due voti segreti sulle questioni di costituzionalità, che forniranno una prima indicazione su come sarà l’esame dell’Italicum. Se la maggioranza dei favorevoli supererà i 350 voti,il governo Renzi potrebbe rinunciare alla questione della fiducia. L’approvazione dell’Italicum è probabile, sopratutto perchè la minoranza del PD non appare determinata a esser coerente fino in fondo con il suo no al provvedimento. Nella votazione del gruppo solo 190 deputati hanno espresso il loro sì all’Italicum, su 310 complessivi. Se 70 o 80 di questi parlamentari democratici si schierassero per il no difficilmente la legge elettorale potrebbe passare. Questo scenario non si dovrebbe verificare, e per impedirlo il governo Renzi metterebbe la fiducia, riducendo così ulteriormente la spinta verso il dissenso all’interno del PD. Una strategia per bloccare l’esame della legge potrebbe essere l’uscita dall’aula per far saltare il numero legale, che è di 316. Anche in questo caso però la minoranza del PD dovrebbe essere compatta in questa scelta, accompagnando le forze d’opposizione in questa tattica ostruzionistica già messa in campo durante l’esame delle riforme costituzionali. All’epoca Bersani e decine di parlamentari di Area riformista preferirono restare in aula contando su modifiche condivise alla legge elettorale. Così non è stato, almeno per il momento, e sembra difficile che la situazione cambi  a meno di sorprese nei primi voti segreti di oggi. In questo tipo di scrutini i calcoli spesso si rivelano sbagliati; nella prima lettura dell’Italicum nel marzo del 2014 alla maggioranza pro Italicum mancarono più di 100 voti nel voto segreto sull’emendamento Gitti, che voleva introdurre preferenze. Da allora il governo Renzi si è però rafforzato, e la spinta verso il proseguimento della legislatura sembra essere un altro fattore a favore del passaggio dell’Italicum.

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