L’opposizione “morbida” all’Italicum del M5S, il partito che ne trae il maggior beneficio

mercoledì, 29 aprile 2015

I veri oppositori all’Italicum sono i leader storici del Partito Democratico, e in parte Forza Italia, trainata dalla rabbia anti Renzi di Renato Brunetta, contraddittoria visto quanto votato fino a pochi mesi fa. Dal M5S non si sono viste le abituali scene di ribellione allo “scempio democratico” denunciato. Niente salita sui tetti della Camera, niente assalti ai banchi della presidenza, e neanche i crisantemi gettati da Sel. Ci sono stati pesanti scontri verbali con la presidente Boldrini così come il vicecapogruppo del PD Rosato, ma questo è ormai repertorio pentastellato. Beppe Grillo si è scagliato dal suo blog contro la riforma elettorale,definito il Nostalgicum in chiave mussoliniana, ma al di là della radicale critica a Sergio Mattarella non si scorge alcun elemento di vera novità. Il M5S sembra rinunciare all’ostruzionismo, parlamentare e mediatico, anche perchè in realtà è il partito che potenzialmente più beneficia dall’Italicum. L’isolamento grillino potrebbe infatti pagare in una competizione basata sul premio di lista. La torsione bipartitica in un Paese così complesso e diversificato come l’Italia appare piuttosto fantascientifica, e la cristallizzazione dell’attuale situazione politica che spinge l’approvazione dell’Italicum appare il modo migliore per far rientrare nella partita il M5S. Una legge elettorale che puntasse su coalizioni o candidati come il maggioritario uninominale di collegio sfavorirebbe il M5S,così come un proporzionale corretto ne svelerebbe la natura irrilevante vista la sua opposizione ad alleanze parlamentari. Il ballottaggio tra le due liste più votate appare invece il modo migliore per premiare la strategia di Beppe Grillo. La possibilità di vittoria del Movimento 5 Stelle esiste infatti solo con un modello elettorale come quello disegnato da Italicum, come mostrano anche gli unici successi conseguiti dai grillini alle amministrative. La carica populista e antisistema del M5S è capace di raccogliere consensi, però limitati, come si è visto in questi anni. Arrivare secondi al primo turno è però ampiamente possibile per i 5 Stelle, in questo momento favorito dalla divisione profonda del centrodestra. Un listone che unisse Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sarebbe possibile, ma per ora ne mancano i presupposti politici, a meno di una svolta populista del partito di Berlusconi, o un ritorno su lidi bossiani di Salvini. Probabilmente è anche questo il calcolo di Renzi, convinto che vincerebbe senza difficoltà un ballottaggio contro Grillo o un suo epigono come Di Maio o Di Battista. Aver la possibilità di vincere ma poi perdere non sembra poi dispiacere al M5S, visto che ne rafforzerebbe le credenziali di opposizione ma non lo costringerebbe a mettersi in gioco con la pratica di governo.

 

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