La pubblica umiliazione accelerata cui Renzi sta sottoponendo i suoi predecessori alla guida del Pd, accompagnata da una richiesta di obbedienza forzosa rivolta ai parlamentari dissidenti, rappresenta un punto di non ritorno. Calpesta la storia del Pd. Lo snatura. Lo forza a ridursi a partito di un leader avventuroso dall’istinto populista, in competizione con le altre forze populiste. Nella sua estrema propensione al rischio, Renzi scommette di dominare a lungo l’avversario che è finora riuscito a contenere, cioè Beppe Grillo. Ma lo spettacolo di lotta per il potere che ha deciso di recitare, spacciando la riforma elettorale come priorità assoluta, alla lunga restituirà energia ai grillini oggi paralizzati con il loro quarto di elettorato. Provo a immaginarmi un ballottaggio Renzi-Grillo e mi cascano le braccia, povera Italia.
Quanto alla sinistra, si riorganizzi con calma e senza inseguire i leader del passato. La scissione sull’Italicum non la capirebbe nessuno.