Messaggi e tweet agli “schienadritta” del Pd su una faccenduola secondaria: la tragedia del Mediterraneo. Un incontro stasera a Bologna

giovedì, 30 aprile 2015

In vista dell’incontro di stasera, ore 21, alla Festa Nazionale dell’Unità di Bologna, sul tema dei diritti e dell’immigrazione, al quale parteciperò anch’io, mi permetto di riportare qui di seguito alcuni interventi di un assente illustre: Luigi Manconi, presidente della Commissione Diritti Umani del Senato.

Ascolto le tonitruanti dichiarazioni dei miei pugnaci compagni della cara minoranza Pd, alla quale mi onoro di appartenere: “contro l’Italicum mostreremo di avere la schiena dritta” e “il nostro dissenso politico è chiaro e forte”. Benissimo, ma mentre ci battiamo come leoni contro il premio di maggioranza attribuito alla lista e contro i capilista bloccati, nessuno di questi carissimi “schienadritta” trova una parola – o anche mezza – per criticare la pessima politica governativa sull’immigrazione. E questo mentre – alle chiarissime parole di Ban Ki-moon – hanno fatto seguito quelle del presidente della Commissione europea, Jan-Claude Junker: “è stato un grave errore aver interrotto Mare Nostrum, ha provocato gravi perdite di vite umane”. Vogliamo dirlo anche noi?”
Matteo Renzi, presidente del Consiglio: ‘La priorità assoluta è fermare i trafficanti di esseri umani’. Ban Ki-moon, segretario generale dell’Onu: ‘Le autorità italiane devono concentrarsi soprattutto sul salvataggio delle vite dei migranti e sulla tutela della loro sicurezza e dei loro diritti e no a ogni soluzione militare’. Ascoltate tutte le parole di Renzi da domenica 19 aprile a ieri, e ascoltate le parole di Ban Ki-moon, è facile constatare come in queste ultime vi sia molta più politica e geo politica, molta più concretezza e pragmatismo, molta più razionalità e lungimiranza di quanto se ne ritrovi nelle dichiarazioni e negli atti del governo italiano. Anche perché, nonostante ciò che si affannano a dire gli zelanti corifei, è emersa limpidamente la distanza tra la strategia dell’Italia e dell’Europa e quella delle Nazioni unite. Per quel che vale, io sto con Ban Ki-moon. E non con i piccoli ammiragli in pedalò e con gli invecchiati giocatori di battaglia navale (C4, affondata!). Anche perché, messi tutti gli scafisti nelle condizioni di non nuocere, sappiamo che non una vita umana verrà per ciò stesso salvaguardata: migranti e richiedenti asilo moriranno un po’ più in là: nel deserto, nel Sinai, nei lager della Libia.
tweet: Ah, se un’oncia delle energie della minoranza pd contro l’Italicum fosse destinata a criticare una politica dell’immigrazione così piccina.>
tweet: Certo, sarebbe una cosa troppo di sinistra e troppo da Caritas. Proprio un bel guaio.

Per ragioni di regolamento non mi è stato possibile intervenire nella discussione nell’Aula del Senato a proposito delle comunicazioni del premier Matteo Renzi sul Consiglio europeo straordinario di giovedì prossimo. Avrei voluto dire al nostro Presidente del Consiglio che reputo estremamente sbagliata una delle direttrici sulle quali si è mosso in questi giorni il Governo italiano: concentrare la gran parte delle dichiarazioni e delle richieste, delle analisi e delle parole, delle iniziative e delle strategie sulla figura del nemico assoluto – il trafficante di esseri umani – rischia di risultare un diversivo pericoloso. Gli scafisti, gli schiavisti, i negrieri, sono i responsabili dell’atto finale – abietto e sordido – di un fenomeno che ha radici lontane e prossime, antiche e congiunturali. Radici che rischiano di essere rimosse e censurate se si concentra tutta l’attenzione e l’intera strategia sulla repressione dei trafficanti; azione indispensabile e indifferibile, da attuare con la massima severità, ma che rischia di rivelarsi drammaticamente insufficiente. Se infatti, per ipotesi, tutti gli scafisti e gli schiavisti venissero eliminati d’un colpo solo, che ne sarebbe di quelle centinaia di migliaia di persone che si rivolgono loro per trovare una via di fuga e un’opportunità di vita? Certo, non li vedremo più sulle coste di Lampedusa e sui barconi nel Mediterraneo perché – semplicemente – sarebbero in gran parte morti prima: nei paesi da cui fuggono, nei deserti che attraversano, nei lager che li imprigionano. Probabilmente un sollievo per il nostro senso estetico, non più offeso da tanto orrore, e per la nostra buona coscienza non più turbata da uno spettacolo così tanto crudele: ma nessun vantaggio per la stabilità dell’Africa e del Medio Oriente e nemmeno per il livello di civiltà giuridica delle nostre democrazie e per la dignità della nostra identità europea.

Questa mattina ho incontrato Martin Schulz, presidente del Parlamento europeo, e gli ho consegnato un documento, sottoscritto da decine di parlamentari italiani ed europei in cui si indicano due obiettivi principali. Innanzitutto la ripresa a livello europeo della missione Mare Nostrum, che potrebbe consentire di svolgere tre importanti azioni oggi sospese: salvataggio di vite umane, misure di filtro sanitario, contrasto delle azioni illegali connesse al traffico di esseri umani. Tutte attività non svolte in questi mesi da Triton, per scarsità di risorse, mezzi e uomini. Il secondo obiettivo è la realizzazione di un piano di ammissione umanitaria che preveda l’anticipazione della richiesta di protezione già nei paesi in cui si addensano e transitano i flussi migratori, attraverso un sistema di presidi assicurato dalla rete diplomatico-consolare dei paesi europei, insieme a UNHCR e alle altre organizzazioni umanitarie internazionali. Il Presidente Schulz ha mostrato grande interesse per queste proposte, impegnandosi a farle conoscere nelle sedi istituzionali dell’Unione europea.

Trovo infine beffardo il silenzio con cui abbiamo accolto le critiche giunte prima da Ban Ki-moon e poi da Juncker all’interruzione della missione Mare Nostrum decisa dal governo italiano. Potremo chiedere, alla Festa Nazionale del Pd, perchè il nostro partito accettò di subire quella disonorevole scelta? Troppo impegnato nella discussione sulla legge elettorale?

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