Sono stato al corteo di Milano, dove hanno sfilato docenti, precari e studenti venuti a migliaia anche dal Veneto e dall’Emilia Romagna. L’impressione è stata quella di una manifestazione sindacale come non se ne vedevano da tempo: partecipata e appassionata. Il malessere ribolle nel luogo indicato come prioritario dalla retorica del giovanilismo renziano: la scuola. Cioè il luogo di formazione dei giovani e di accrescimento culturale dell’intero paese. E’ qui che le promesse maldestre di assunzioni, accompagnate da ideologia manageriale decisionista e da un certo favoritismo per l’autofinanziamento degli istituti frequentati da un’utenza a reddito medio-alto, si traduce in un vistoso disincanto. Dove si è fatto maldestro uso d’ottimismo in supplenza degli investimenti necessari, oggi più forte è la protesta. Difficile dare torto ai lavoratori della scuola, che oltretutto si beccano anche una ministra, Stefania Giannini, incapace della minima sintonia e del minimo rispetto.