Negli ambienti della finanza e del risparmio gestito le cose sono andate troppo bene ultimamente -davvero anni d’oro mentre la crisi imperversava più in basso- e questo spiega la propensione a minimizzare le conseguenze del prossimo default greco. Il ragionamento che ti senti fare è più o meno questo: “C’è la ripresa economica, il cambio favorevole, il prezzo del petrolio basso…e voi mi venite a dire che quei poveri pasticcioni dei greci sarebbero in grado di mettere in ginocchio l’Unione Europea?”.
Io me le segnerei, come ultime parole famose. Perchè è vero che la Bce e l’Ue sono corse preventivamente ai ripari contro il pericolo del contagio. Ma esistono variabili nuove, la guerra mediorientale e africana, il flusso migratorio, i malesseri sociali delle nazioni euromediterranee, la tenuta precaria dell’Ucraina e della Turchia, che stridono con la visione di un futuro prospero delle nostre regioni. La Grecia forse è solo un detonatore. Ma il botto può provocare effetti molto più vasti di quanto immaginano i cosiddetti gnomi della finanza.