Il governo Netanyahu è stato costretto a sospendere, pochi giorni dopo averlo varato, l’esperimento pilota di separazione fra israeliani e palestinesi sugli autobus che attraversano i check point da e per i territori occupati della Cisgiordania. L’odioso provvedimento era stato concepito dal ministro della Difesa, Moshé Ya’alon, e ha suscitato la dura reazione di protesta dell’Unione Sionista (guidata dal laburista Isaac Herzog) e del Meretz. Più in dettaglio, era previsto che i palestinesi che si recano per lavoro in Israele fossero obbligati a fare rientro a casa dallo stesso check point; e che fossero obbligati a utilizzare solo mezzi di trasporto riservati loro, separati da quelli in uso per gli israeliani che si recano nelle colonie. L’opposizione democratica ha denunciato l’odiosità di questo provvedimento, un’apartheid di fatto, e il discredito che esso ha procurato a Israele di fronte all’opinione pubblica internazionale. Con una precipitosa marcia indietro, oggi il governo egemonizzato dall’estrema destra ha sospeso tale vergognosa, disonorevole iniziativa.