Il freddo “buona notte” di Angela Merkel sul colloquio con Alexis Tsipras e François Hollande

venerdì, 22 maggio 2015

Alexis Tsipras non ha ottenuto risultati significativi nel nuovo incontro a tre chiesto al vertice a Riga ai due leader più influenti dell’UE, Angela Merkel e François Hollande. L’esito negativo della serata, come ne ho scritto anche per Giornalettismo, è stato ben simboleggiato dal freddo “buona notte” rivolto ai giornalisti dalla cancelliera tedesca, unico commento ufficiale strappato da Berlino. Solo poche ore prima il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble non aveva escluso un default della Grecia, in un’intervista all’agenzia Reuters diffusa immediatamente su tutti i media internazionali. Il premier ellenico ha tentato ancora una volta la carta della “soluzione politica”, vista l’impossibilità per ora di trovare un’intesa dal punto di vista economico. La crisi greca è gestita dall’Eurogruppo, e i ministri finanziari dell’unione monetaria, in questo ben rappresentanti dalla durezza del loro collega tedesco, sono stati finora indisponibili a concedere le ampie modifiche ai programmi di austerità richieste da Yanis Varoufakis. Il colloquio di ieri tra Tsipras, Merkel e Hollande si è svolto in un clima amichevole, una precisazione che evidenzia la differenza con gli scontri recenti avvenuti all’Eurogruppo tra il ministro delle Finanze ellenico e le sue controparti. Le trattative tra Grecia e le istituzioni, il nuovo nome della Troika rappresentata da Commissione, Bce, e Fmi, proseguiranno nei prossimi giorni. La nuova data limite è il 5 giugno, quando il governo di Atene dovrà rimborsare una rata di 1,5 miliardi di euro al Fondo monetario internazionale. Il Fmi è un creditore super senior, e non ripagarlo significa essere immediatamente espulsi dai mercati dei capitali. La Grecia, benchè paghi interessi molto alti, insostenibili sul debito a medio e lungo termine, si è finanziata negli ultimi mesi con l’emissione di titoli di Stato a breve scadenza, di solito semestrale. Gli accordi con i Paesi creditori dell’UE prevedono inoltre sanzioni per il mancato rispetto delle scadenze; senza un rimborso al Fmi la Bce difficilmente potrebbe ancora aumentare il tetto per la liquidità straordinaria garantita alle banche greche. Il default si avvicina in modo inesorabile, e inizia a inquietare più di un Paese europeo, come dimostra anche l’intervista concessa a “La Repubblica” da Pier Carlo Padoan oggi venerdì 22 maggio 2015. In queste ultime settimane il costo del debito è tornato leggermente a salire, più per le dinamiche valutarie tra euro e dollaro che per la crisi greca in realtà. L’eventuale Grexit potrebbe però avere un effetto piuttosto pesante sui conti di molti Paese, visto che molti governi hanno conteggiato in questi ultimi mesi i significativi risparmi, passati, presenti e sopratutto futuri, garantiti dal successo delle operazioni della Bce sui mercati dei capitali. Lo stesso Def del governo Renzi si basa su un’ipotesi di spreas e rendimento dei tassi di interesse dei  Btp decennali al momento superata dall’incremento registrato in queste settimane. La spinta verso l’accordo con la Grecia è forte, ma al momento gli ostacoli all’intesa sono ancora molto numerosi, come confermato dall’ennesimo nulla di fatto di ieri.

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