Uno dei più gravi errori politici commessi dalla sinistra italiana nell’ultimo quarto di secolo scorso, è stato quello di ostacolare un processo di unità e di democrazia sindacale che era giunto a uno stadio avanzatissimo di realizzazione. Il movimento dei consigli dei delegati. La Federazione Cgil-Cisl-Uil. La Federazione Lavoratori Metalmeccanici (Flm)…
I vertici dei partiti sfruttarono le resistenze degli stessi apparati sindacali, la loro convenienza di mantenere in vita patronati e burocrazie separati, per impedire che nascesse anche in Italia, come in altri paesi, un forte sindacato confederale unitario e autonomo dalla politica.
Quando Maurizio Landini si contrappone a Matteo Renzi -accusandolo di autoritarismo perché auspica un sindacato unitario- dimentica questa colpa storica che ha indebolito la condizione del lavoro dipendente nei decenni trascorsi. Un conto è rivendicare regole di democrazia nella rappresentanza, capaci di tenere conto anche delle diversità di interessi e di visioni. Altro conto è liquidare l’obiettivo dell’unità sindacale confederale. Non mi si verrà a dire che le Trade Unions in Gran Bretagna, o la Dgb in Germania, sono sindacati autoritari!