La svolta a destra della Polonia inquieta l’Europa di Angela Merkel

lunedì, 25 maggio 2015

Il nuovo presidente della Polonia è il conservatore Andrzej Duda, esponente di Diritto e Giustizia, il partito di destra e contrario all’euro fondato dai gemelli Kaczy?sky. Il risultato era atteso dopo il sorprendente primo turno di due settimane fa, che aveva registrato un vero e proprio crollo del presidente uscente, Bronislaw Komorowski. Komorowski, benché formalmente indipendente, era il candidato di Piattaforma Civica, il partito moderato e affiliato al Ppe di Angela Merkel e Jean-Claude Juncker che governa la Polonia da ormai 8 anni. In questi anni la Polonia è stata il Paese europeo con i tassi più alti di crescita, ma gli ottimi risultati economici non hanno impedito l’affermazione di un candidato come Duda che ha fatto campagna elettorale sul cambiamento. Al primo turno delle presidenziali si era affermato un ex cantante di estrema destra che aveva riscosso un notevole consenso profilandosi contro il sistema. La vittoria di Duda è un pessimo segnale per il governo di Ewa Kopacz, l’attuale premier polacca, che è arrivata al potere dopo la nomina di Donald Tusk a presidente del Consiglio Europeo. Tusk, storico leader di Piattaforma Civica, ha posizionato la Polonia come il più fedele alleato della Germania di Angela Merkel. Un’intesa politica molto forte, che avrebbe dovuto favorire l’ingresso di Varsavia nell’euro. La Polonia è il Paese leader del blocco dell’Est Europa, che negli ultimi anni si è profilato cole il maggior sostenitore della linea tedesca in politica economica – austerità e riforme di mercato invece che statalismo – così come negli affari esteri, in primis per quanto riguarda i rapporti con la Russia di Putin. Il partito di Duda è invece molto più nazionalista di Piattaforma Civica, ed è da sempre contrario all’unione monetaria. La vittoria di Diritto e Giustizia alle presidenziali polacche aumenta la distanza tra Varsavia e Berlino; alle legislative del prossimo autunno l’eventuale successo della destra nel più grande Paese dell’Europa orientale potrebbe cambiare in modo significativo i rapporti di forza all’interno dell’UE. Altre considerazioni nell’articolo che ho scritto per Giornalettismo.

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