Viva Rosy Bindi, viva la buona politica. E abbasso i lacché impauriti che la detestano

sabato, 30 maggio 2015

Se Rosy Bindi è desueta, sarò felice di essere desueto con lei. Una combattente che denota una durezza tutta democristiana, messa da sempre al servizio della causa della legalità… fa sorridere che ora desti scalpore la sua azione ribalda e affilata proprio tra gli opinionisti che usavano esprimere il massimo dispetto per il politically correct.
Stupiscono meno i lacché, renziani dell’ultim’ora che neanche Renzi si meriterebbe: silenziosi fino all’ultimo, niente da dire sulla Bindi, finché lei ha toccato il loro capolista De Luca. Lui sì un altro combattente, uno che difende con le unghie e coi denti un potere amministrativo gestito troppo a lungo, con incompatibilità e clientele. Pensavano forse di scalzarlo chiedendogli gentilmente di spostarsi? Ora se lo beccano candidato presidente in Campania. Meno male che c’è ancora la Bindi a difendere se non altro il principio della buona politica democratica.
Se votassi in Liguria, non avrei dubbi: con disagio ma sceglierei la Paita, candidata sbagliata ma non invotabile del centrosinistra cui si oppongono soluzioni peggiori.Lo stesso in Veneto, nonostante “ladylike” Moretti non valga neanche un dito della Bindi che offese. In Campania, è diverso. E’ da De Luca e dalla Campania che rischia di deflagrare la più grave crisi del Pd.

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