Caro Renzi, l’elettorato di sinistra non si “rimpiazza” con la parlantina da talk show

lunedì, 1 giugno 2015

Il trapianto non è riuscito. Se Renzi confidava di allargare il consenso del Pd nell’elettorato di centro e fra gli orfani del berlusconismo, così compensando un’emorragia a sinistra, l’esito delle regionali giunge a confutare la sua strategia. Puoi anche dominare la comunicazione televisiva, peraltro lasciando spazio a una destra estrema rivelatasi più insidiosa del previsto come quella di Salvini. Puoi assimilare singole personalità della minoranza interna al partito, sprezzando nel contempo le obiezioni sociali e costituzionali che gli giungono da sinistra. Puoi fare il pop contro l’élite e proporti come unico uomo forte del momento… ma se vai contro la natura e le ragioni fondative della sinistra italiana, finisci per fallire nella tua investitura di segretario del Partito Democratico. In queste elezioni il Pd, prima ancora di perdere molti voti, ha esibito l’inadeguatezza del suo gruppo dirigente, del tutto incapace di gestirne le dinamiche centrifughe locali, e tanto meno di fornire una visione culturale degna del rinnovamento promesso.
Suppongo che le ripercussioni del voto sul governo saranno tutto sommato modeste. Ma davanti a una destra fascioleghista all’offensiva, e a un M5S in grado di mietere consensi senza bisogno di far nulla, l’operazione renziana di conquista dei moderati subisce una battuta d’arresto. Non tutto il male verrà per nuocere se Renzi saprà riconoscerlo, cambiando fin da subito il suo atteggiamento di disprezzo per tutto ciò che si muove alla sua sinistra, dentro e fuori il Pd.

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