La Bce e la corsa agli sportelli in Grecia

martedì, 23 giugno 2015

Negli ultimi sette mesi sono stati ritirati circa 45 miliardi di euro dalle banche greche. Un deflusso di capitali imponente, che sta spingendo al collasso il sistema finanziario ellenico. La novità rispetto al passato, come sottolinea un articolo su “La Stampa” di martedì 23 gennaio, è rappresentata dal fatto che la maggior parte di questo denaro non viene trasferito all’estero, ma mantenuto in denaro contante. I greci vogliono tenere l’euro in caso di Grexit, visto il molto probabile aumento del valore della moneta. Nell’ultima settimana il ritiro dei depositi si è accelerato, e le banche greche sono rimaste in piedi solo grazie alla liquidità emergenziale fornita dalla Bce. All’estero quasi nessun istituto presta più soldi alle banche greche, colpite dal ritiro dei depositi ne diminuisce in modo rilevante gli attivi di bilancio. La Banca centrale europea ha fornito quasi 90 miliardi con il programma di assistenza finanziaria ELA. Gli istituti di credito ricevono dalla banca centrale nazionale, quella greca in questo caso,  prestiti a un tasso di interesse superiore a quello di riferimento, ma possono presentare garanzie di minore qualità, visto il calo dei loro attivi. Il programma ELA è stato introdotto  per aiutare le banche in momentanee crisi di liquidità, ma al momento viene procrastinato per supportare un sistema finanziario che collasserebbe senza questi fondi. Il consiglio direttivo della Bce è diviso da settimane sul prolungamento di questo programma, ormai piuttosto snaturato, la cui interruzione imporrebbe de facto all’UE e alla Grecia l’adozione dei controlli sui movimenti di capitale. I conti correnti greci potrebbero essere bloccati, e gli ellenici non potrebbero più portare all’estero i loro risparmi. Una misura estremamente impopolare e recessiva, che metterebbe il governo Tsipras in enorme difficoltà. Finora la Bce ha preferito fornire liquidità alle banche greche, anche per una motivazione politica. Nonostante sia un organismo indipendente, l’istituto guidato da Mario Draghi auspica il raggiungimento di un’intesa tra la Grecia e l’Europa che eviti la rottura dell’eurozona. Ieri sera il Vertice euro straordinario convocato dal presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha portato al riavvicinamento sostanziale delle parti. Un’intesa aiuterebbe anche la Bce a tornare a una funzione più consona ai suoi obiettivi statutari.

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