Stefano Fassina e l’addio al PD

mercoledì, 24 giugno 2015

Edit. Stefano Fassina ha ufficializzato in una conferenza stampa il suo addio al Partito Democratico. annunciato ieri sera in un intervento al circolo Capannelle di Roma.

Edit: L’economista Massimo D’Antoni mi ha scritto su Twitter per informare come Stefano Fassina non abbia fatto la dichiarazione a LaPresse in cui prendeva tempo su suo addio al PD.

Stefano Fassina ha dichiarato la sua intenzione di lasciare il Partito Democratico, in un’iniziativa organizzata da un circolo del PD romano. Ecco il video in cui l’ex responsabile Economia della segreteria Bersani rimarca come non ci siano più le condizioni per proseguire all’interno del Partito Democratico.

“Io credo che sia il momento, per quanto mi riguarda, di prendere atto che non vi sono più le condizioni per andare avanti nel Pd e insieme ad altri proveremo a costruire altri percorsi. Altri percorsi che portano non a una testimonianza minoritaria ma a fare una sinistra di governo su una agenda alternativa”. La frase di Stefano Fassina ripresa nel video è inequivocabile, e coerente anche con l’annuncio del deputato PD di qualche settimana fa. Fassina aveva legato la sua permanenza al PD a una modifica della riforma della scuola da lui avversata. In serata il deputato PD ha precisato all’agenzia LaPresse di non aver ancora lasciato il Partito Democratico, ma più che una smentita appare una semplice correzione. Probabilmente Stefano Fassina abbandonerà il PD dopo l’approvazione della “Buon Scuola”, una riforma che il governo Renzi ha cambiato, ma che l’ex responsabile dell’Economia ritiene ancora inaccettabile, visto che ha annunciato la sua contrarietà al voto di fiducia. Ecco la dichiarazione di Fassina su Twitter e sul suo profilo Facebook .

 

“La scelta del governo di porre il voto di fiducia sul Disegno di Legge sulla scuola è uno schiaffo al Parlamento e all’universo della scuola che in questi mesi si è mobilitato per un intervento innovativo e di riqualificazione della scuola pubblica. Il testo del maxi emendamento predisposto dal governo si limita a qualche ritocco cosmetico senza dare le risposte necessarie al fine di cancellare la chiamata dei docenti da parte dei presidi, di introdurre un piano pluriennale di assunzione degli insegnanti precari, di rivedere l’iniquo finanziamento alle scuole private e, infine, di ridefinire le norme di delega. Il Pd mette la fiducia su un testo che contraddice profondamente il programma sul quale siamo stati eletti. Un testo ispirato nel suo principio guida alla riforma Aprea, sottosegretaria del governo Berlusconi. È inaccettabile il ricatto sulle stabilizzazioni. No al voto di fiducia”.

Viste le posizioni di ferma contrarietà espresse da Stefano Fassina per la maggior parte dei provvedimenti del governo e la sua opposizione alla segreteria di Matteo Renzi appare ormai inevitabile una nuova fuoriuscita dal PD di uno dei suoi dirigenti di maggior rilievo, dopo l’addio di Pippo Civati.

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