La sequenza terroristica è probabilmente casuale, ma non per questo meno significativa. A poche ore di distanza entrano in azione il commando che vuole far esplodere una fabbrica di gas nel sud della Francia, mentre in Tunisia altri jihadisti fanno strage sulla spiaggia in un paradiso delle nostre vacanze, la celebre Hammamet.
Non sono i barconi dei migranti, che a loro volta fuggono dalla medesima minaccia, il pericolo incombente sul nostro sistema di vita. La ferocia del terrorismo di matrice religiosa che vuole impadronirsi dei territori a maggioranza islamico-sunnita si accanisce contro una nazione, la Tunisia, che sperimenta una transizione costituzionale democratica; e da lì oltrepassa il mare, forse solo per il tramite di singoli “lupi solitari” proliferati all’interno delle comunità immigrate da generazioni nel cuore dell’Europa. Abbiamo un nemico comune, mondo arabo e europei insieme. Non è certo separandoci che lo sconfiggeremo.