Alexis Tsipras chiede all’Europa un taglio del debito del 30%

sabato, 4 luglio 2015

Alexis Tsipras giudica necessaria una ristrutturazione del debito molto significativa affinché la Grecia possa rimanere nell’euro. Il premier ellenico ha proposto un taglio nominale del 30%, e un reprofiling a 20 anni delle obbligazioni che la Grecia ha nei confronti dei creditori. Il governo di Atene ha un debito pubblico di 323 miliardi di euro, controllato per il 76% dalla cosiddetta Troika. I Paesi dell’Eurogruppo, via i veicoli finanziari Greek Loan Facility (istituito nel 2010 con il primo programma di assistenza) e  EFSF, hanno un credito da 195 miliardi circa. Il Fmi più di 30 miliardi, mentre la Bce ha in mano circa 17 miliardi di obbligazioni elleniche, comprate nel 2011 durante il programma Smp avviato dalla presidenza Trichet per contrastare l’allora crisi dello spread. Il resto del debito greco, poco più del 20%, è in mano ai privati. Alexis Tsipras ha chiesto ai suoi più grandi creditori, l’Europa, il Fmi e la Bce, un taglio nominale del debito del 30%. Ciò significa che la Grecia potrebbe risparmiare circa 70 miliardi di euro in pagamenti futuri se la fu Troika accogliesse questa proposta. Il premier greco ha proposto inoltre un reprofiling a 20 anni, ovvero l’allungamento delle scadenze delle cedole. Le obbligazioni, a 5, 10 e 15 anni, dovrebbero essere ripagate in un lasso temporale più lungo. Ciò significare ridurne, anche in modo significativo, il valore. L’Europa perderebbe così poco meno della metà dei circa 200 miliardi di crediti che ha verso la Grecia. Una simile riduzione del debito è stata adottata nel 2012, quando la base del secondo programma di salvataggio, scaduto il 30 giugno 2015 e non completato visto lo scontro tra Atene e Bruxelles, quando i debitori privati della Grecia hanno compartecipato al default ellenico. Le perdite subite dai creditori privati sono stati superiori al 70%, e ciò ha permesso alla Grecia di ridurre di circa 100 miliardi il valore complessivo del suo indebitamento. Il più grande default della storia non è però servito a far ripartire l’economia ellenica, e ora Alexis Tsipras chiede all’Europa un nuovo sacrificio economico, molto consistente e contraddittorio con l’intero programma di salvataggio della moneta unica. Angela Merkel ha promesso ai tedeschi che l’euro sarebbe stato salvato senza la perdita dei loro soldi; in parte già non è stato così, ma un taglio del debito di questa consistenze smentirebbe completamente la stessa premessa della gestione dell’eurocrisi. L’esito del referendum chiarirà quale sarà la forza di Alexis Tsipras nella trattativa con i creditori che sarà riavviata lunedì 6 luglio. Una simile proposta difficilmente potrebbe essere accolta da qualsiasi governo dell’unione monetaria, e sicuramente all’interno dell’Eurogruppo nessuno sarà generoso verso Tsipras e Varoufakis. La Grecia però potrà rimanere nell’euro solo con una ristrutturazione del debito, vista la palese incapacità di servirlo dimostrata in questi anni.

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