La vittoria dei No era attesa, anche se la sua dimensione ha stupito molti osservatori. Il responso dei mercati finanziari appare più cauto rispetto alle aspettative. Le Borse stanno andando male in tutta Europa, ma non c’è il crash temuto, sopratutto sugli spread. Possibile che la Bce stia intervenendo con acquisti accresciuti sul mercato secondario delle obbligazioni sovrane per mantenere contenuto l’aumento inevitabile del costo del debito dei bond dell’europeriferia. Alle ore 10 Piazza Affari segna una delle peggiori prestazioni tra le Borse europee, con una flessione dell’indice azionario superiore al 2%. L’andamento peggiore è registrato sui titoli bancari, che soffrono in particolar modo le tensioni sulle obbligazioni sovrane. Francoforte, il più importante mercato finanziario dell’eurozona, cala invece dell’1%, una flessione contenuta rispetto alle prospettive di rottura dell’eurozona. Le tensioni sul sovrano sono altrettanto contenute, con spread in leggero aumento. Rispetto a lunedì scorso, quando il differenziale tra Bund e Btp italiani era schizzato a 200 punti base a inizio seduta, non si sono registrate oscillazioni così forti. Il rendimento dei Btp 10 Y si assesta al momento intorno al 2,3%, un valore certo superiore alle aspettative di qualche settimana fa, superiore di diverse decine di punti base rispetto alle stime del governo Renzi nel Def, ma non catastrofico.