La campagna di Renzi contro i “gufi” dei talkshow

martedì, 7 luglio 2015

I dati economici sono deludenti, come hanno mostrato gli ultimi rapporti Istat su occupazione e stime di crescita, l’agenda governativa in stallo, visti i numeri traballanti al Senato su unioni civili, Rai e riforme costituzionali, e la prossima legge di Stabilità di assai difficile composizione visto il rincaro del costo del debito e le spese aggiuntive determinate dalle sentenze della Corte costituzionale. Per Matteo Renzi però il vero problema del governo e del PD non è una realtà oltremodo complessa, ma i “gufi” che si annidano nei talk show che negano i successi e le riforme dell’esecutivo.

Almeno così sembra sfogliando i quotidiani.  Nella giornata di ieri il presidente del Consiglio ha organizzato un seminario per un centinaio di parlamentari del PD per catechizzarli su come andare in TV. Scopo del convegno è formare gli avversari dei “gufi”, raffigurati in una slide come riportano molti giornali di martedì 7 luglio 2015, che parlano male del governo del Partito Democratico. Renzi, con una metafora calcistica, ha chiesto ai deputati e senatori a lui vicini di non fare catenaccio in TV, ma di tenere il pallone e andare in attacco, come il Barcellona. Probabilmente il presidente del Consiglio è consapevole che i volti televisivi del PD più presenti in questi mesi, come Simona Bonafè o Sandro Gozi, non siano esattamente la replica di Leo Messi e Luis Suarez, ma ritiene ineludibile cambiare schema. Le slide di Renzi spiegano così il senso del suo sorprendente messaggio anti talk show, visto che “i nostri avversari sono quelli che sperano nel fallimento dell’Italia. Il loro nido è il talk show, non il Parlamento”. Le paure, installate anche dagli “ostili” (si presume) conduttori, stanno mettendo in difficoltà il PD visto che la narrazione, o storytelling, renziana fa sempre più fatica a passare. Secondo il “Corriere della Sera” Renzi avrebbe perfino chiesto ai suoi parlamentari di smentire l’evidente flessione del PD alle comunali, ribadendo come finora il Partito Democratico abbia sempre visto sotto la sua gestione. Ettore Rosato, il nuovo capogruppo PD alla Camera dei Deputati, ha precisato al “Corriere” il senso del seminario, evidenziando come “la necessità di essere più bravi a comunicare non è contingente con le elezioni. Dobbiamo solo far capire che stiamo facendo riforme importanti”.

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