I giornali di destra lanciano il taglio “renziano” delle tasse sulla casa

sabato, 11 luglio 2015

Matteo Renzi vuole fare una legge di Stabilità di “sviluppo”, anche per ridare forza ai suoi valori di consenso in costante calo da ormai diversi mesi, un dato confermato dalla inaspettata flessione alle elezioni amministrative. Il punto centrale della prossima manovra di bilancio dovrebbe essere un corposo taglio delle tasse, da oltre 20 miliardi di euro, incentrato sull’abolizione dell’imposta sulla casa. La notizia è diffusa da diversi giornali di sabato 11 luglio 2015, tutti con un matrice comune, ovvero l’orientamento a destra. Ne parlano “Il Giornale”, che rimarca nel pezzo della cronista Laura Cesaretti lo scontro con Padoan, così come il “Foglio” e pure il romano “Il Tempo”. Il quotidiano diretto da Claudio Cerasa, che firma l’articolo in cui si parla della prossima Stabilità di Renzi, spiega come il presidente del Consiglio voglia ottenere dall’UE una deroga dai criteri del Patto di Stabilità e crescita simile a quella ottenuta da Francia e Spagna. Il deficit 2015 dovrebbe esser portato a oltre il 4% invece che al 2,6% indicato dal governo. Si parla di oltre 20 miliardi di buco aggiuntivo nei conti pubblici. Il corposo deficit spending servirebbe per tagliare la tassa sulla case e sulle imprese secondo il “Foglio”, che dà informazione diversa dal “Giornale”,  dove si indica anche riduzione all’Irpef. Benchè l’intenzione di aumentare l’indebitamento del Paese appare chiara, la coperta rimarrebbe comunque corta, e la scelta è univoca. Le tasse sulla casa dovranno scendere, e quella sulla prima abolita del tutto, se possibile. Matteo Renzi dopo la riduzione delle imposte via bonus fiscale sui redditi medio-bassi punterebbe a rifare la stessa scelta operata da Silvio Berlusconi, che nel 2008 abolì l’Imu appena tornato al governo. L’imposta sulla prima casa, particolarmente osteggiata in un Paese dove la proprietà immobiliare è così diffusa, è stata reintrodotta dal governo Monti, e poi cancellata per pochi mesi dall’esecutivo Letta. Dopo il cambio di nome della legge di Stabilità 2013 è però tornata, anche se ora una parte minoritaria è pagata anche dagli inquilini. Nelle settimane scorse Renzi aveva bloccato la riforma del catasto temendo un aumento dell’imposizione tributaria sulla casa, e ora diffonde ai giornali di destra l’intenzione di abolirla. Al momento il governo non sa ancora come evitare l’aumento dell’Iva introdotta come clausola di salvaguardia, e già a Palazzo Chigi si pensa a nuovi tagli delle tasse in deficit. L’Italia sembra capace di ricorrere sempre e solo al debito, non cambiando mai verso come mostra il suo continuo aumento.

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