Wolfgang Schäuble non è un politico, non è un economista: è un sommo sacerdote

domenica, 12 luglio 2015

In queste ore drammatiche per il destino dell’unità politica europea, si staglia al di sopra delle altre la figura a suo modo imponente di Wolfgang Schäuble, un ministro capace di contrapporsi perfino alla guida del suo stesso governo tedesco pur di tutelare i dogmi su cui s’impernia il suo credo. Ne resta oscurato anche il governatore Draghi.
Schaeuble non è un volgare speculatore finanziario e neppure un politico che si lasci condizionare da effimere problematiche di consenso. Perfino la sua disabilità, quella immagine arcigna ma distaccata di uomo immobilizzato sulla sedia a rotelle, contribuisce alla sua indubbia grandezza. Ce lo fa percepire come un sommo sacerdote, custode inflessibile dell’ortodossia di una dottrina che è ben più di una teoria economica. E’ la religione dominante nel mondo contemporaneo, quella di cui Schaeuble si erge guardiano. L’economia ha preso il posto delle grandi religioni monoteiste come suprema regolatrice del nostro ordine costituito. Molte delle tempeste che scuotono il pianeta fanno traballare la supremazia di questo credo religioso, ne minano le fondamenta. Ma la fede dei sacerdoti come Schaeuble resta incrollabile.

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