Tsipras si è caricato sulle spalle il dilemma della sinistra europeista

lunedì, 13 luglio 2015

La drammatica spaccatura di Syriza non ha a che fare solo con il destino del popolo greco e il collasso dell’economia ellenica. Alexis Tsipras, accettando le condizioni onerose poste dai partner europei per evitare in extremis l’uscita del suo paese dall’eurozona, si carica sulle spalle anche il dilemma di una sinistra che, per restare veramente tale, non può rinunciare a un progetto europeista. Deve fare i conti con la triste realtà di un Pse che, a partire dalla socialdemocrazia tedesca, ma senza dimenticare la subalternità dimostrata dal nostro Pd e dai socialisti francesi, si è incatenato a regole sbagliate e probabilmente inapplicabili. Una scelta difficilissima, la sua. Una responsabilità da far tremare i polsi. Credo che la sua sia stata una scelta dolorosa ma obbligata: tenere aperto uno spazio di azione sovranazionale quando potentissima si profila la spinta centrifuga dei nazionalismi di destra antieuropei. In gioco non c’è solo la sorte della moneta unica, ma anche la speranza di un’integrazione politica che sola può garantire in futuro la forza necessaria per sovvertire le regole stupide di un’austerità dimostratasi fallimentare.
Possiamo solo augurarci che alla sua lacerante assunzione di responsabilità venga fatta corrispondere da parte dei partiti socialisti europei, una revisione della loro politica miope che ha contribuito a schiacciare nell’angolo la Grecia, ma che in prospettiva, se non si svilupperà una battaglia politica al loro interno, li condannerà all’irrilevanza.

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