La Grecia è vicina: debito pubblico italiano salito a 2218,2 miliardi

martedì, 14 luglio 2015

Non illudiamoci che il protettorato appena instaurato da Bruxelles (in realtà da Berlino) esautorando di fatto il governo greco, non riguardi da vicino anche l’Italia. Se il governo Renzi si è mantenuto in disparte nella trattativa con Atene, rinunciando ai fieri propositi di Renzi di cambiare le regole delle politiche di bilancio Ue, la ragione principale -non dichiarata, ma evidente- è rappresentata dal nostro debito pubblico. Proprio oggi se ne annuncia l’ulteriore, inarrestabile e drammatica crescita fino a quota 2218,2 miliardi. Si tratta di un debito palesemente inestinguibile. Un’arma di ricatto in grado di sottomettere qualsiasi governo italiano che non decida di affrontare questo tema dell’inestinguibilità, violando un vero e proprio tabù. L’unica differenza, rispetto alla Grecia, è che se salta l’Italia provoca un cataclisma economico di dimensioni planetarie.
Chi avrà il coraggio di porre la questione del debito nei suoi termini reali, chiedendo alla comunità internazionale di farsene carico con ragionevolezza prima che sia troppo tardi?

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