Le critiche di Vincenzo Visco al piano tasse di Renzi

lunedì, 20 luglio 2015

Vincenzo Visco reputa “profondamente ingiusto” un Fisco che tratti allo stesso modo gli attici in centro a Roma da un milione di euro, e case alla periferia da 100 o 200 mila euro. L’ex ministro delle Finanze dei governi Prodi commenta a “La Repubblica” di lunedì 20 luglio 2015 il piano tasse annunciato da Matteo Renzi all’assemblea nazionale del PD. Il governo, secondo l’annuncio del presidente del Consiglio, punta a tagliare l’imposizione fiscale di circa 50 miliardi di euro nei prossimi tre anni, rimanendo al contempo sotto al 3% fissato dal Patto di stabilità e di crescita. Il Fiscal Compact ha rafforzato questo parametro con ulteriori restrizioni sulle manovre di bilancio nazionali, che il governo non potrà rispettare se vorrà mantenere la promessa fatta da Renzi. Vincenzo Visco non è contrario a una riduzione delle tasse, anche perchè ogni governo mira ad abbassare la pressione fiscale. Dipende però come lo si fa, e per i beneficiari della riduzione di imposte. Il primo punto del piano tasse di Renzi, l’abolizione della tassa sulla prima casa, è definito infatti ” ingiusto e inaccettabile politicamente, perché le prime case non sono tutti uguali”.L’ex ministro delle Finanze del governo Prodi sottolinea inoltre come ci sia un problema di coperture: ” se lo Stato rinuncia a tassare la mia casa e, conseguentemente, deve ridurre le spese per sanità e pensioni in essere, non fa un’operazione di sinistra nè eticamente condivisibile”. Per Visco, richiamando una soglia di esenzione già introdotta dal governo Prodi, “si potrebbe mettere un tetto che consenta di escludere dalla tassa sulla prima casa i redditi bassi. Ma abolirla per tutti non ha senso”. Visco rifiuta l’etichetta del PD come partito delle tasse, solo perché “abbiamo cominciato a colpire l’evasione. Non capisco perché dobbiamo accettare quell’accusa. Obama fa pagare le tasse ai ricchi per finanziare il Welfare. Così fanno i partiti di centrosinistra di tutto il mondo”.  Visco critica in particolar modo l’assenza di un piano di contrasto all’evasione fiscale che caratterizza il piano tasse di Renzi, al momento invero vago sulle coperture, specie se le clausole di salvaguardia inserite nelle ultime leggi di Stabilità (che valgono circa 70 miliardi di euro per i prossimi anni) non saranno fatto scattare. ” Nel suo discorso di Milano non c’era un riferimento alla lotta all’evasione fiscale. Noi siamo al secondo posto per entità dell’evasione, siamo dietro solo alla Grecia”.

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