I richiedenti asilo che ieri hanno bloccato per un’ora viale Fulvio Testi a Milano, attendono da otto-sei mesi, accampati nel centro della Croce Rossa di Bresso, un documento che consenta loro di spostarsi e di lavorare. Nessuna risposta, divieto di muoversi e di intraprendere qualsivoglia attività. Sono il simbolo dell’inadempienza e della furbizia delle autorità italiane. La minoranza infinitesimale di migranti che vengono effettivamente registrati al loro sbarco in Italia, finiscono in questo limbo prolungato oltre i limiti della ragionevolezza. La grande maggioranza, per ufficiosa ma inequivocabile direttiva del governo, non viene identificata, di modo che possa lasciare il più rapidamente possibile l’Italia chiedendo asilo politico in altri paesi europei.
Questa è la situazione da cui trae origine il braccio di ferro con l’Ue e che fornisce ai nostri partner l’alibi per rifiutare la condivisione in quote dell’accoglienza. Anzichè pretendere che l’Europa modifichi normative ingiuste e obsolete, l’Italia ha scelto di ignorarle. Un errore politico che pagheremo caro.