Migranti spostatevi, andiamo a fare il pieno di gasolio nel Mediterraneo

lunedì, 31 agosto 2015

Nel mezzo della crisi più drammatica fra le due sponde del Mediterraneo -guerre, terrorismo e flussi migratori inarrestabili- affiora il sogno di trasformare questo nostro mare in una formidabile riserva energetica, il sogno dell’autosufficienza, fare a meno del Golfo e del Maghreb in fiamme. Nel giro di un paio di giorni degli informatissimi articoli di Maurizio Molinari su “La Stampa” (a proposito dei giacimenti di gas al largo di Israele) e poi l’annuncio della gigantesca riserva di gas scoperta dall’Eni nelle acque territoriali egiziane, alimentano questa speranza rivoluzionaria: un Mediterraneo solcato dai gasdotti anzichè dai barconi dei profughi, con il benessere che ne deriva da spartirsi in armonia fra le due sponde, e con una partnership tecnologica e commerciale avente per fulcro la nuova Italia di Renzi. E’ uno scenario opaco, scivolosissimo. La coincidenza storica fra nuovi giacimenti e regimi politici autoritari, tra oro nero e terrore, rischia di uscirne confermata anche stavolta. Complimenti all’Eni che ha operato con professionalità nelle zone di ricerca offshore davanti all’Egitto. Incrociamo le dita per l’Edison, se riuscirà a introdursi nel business futuribile del gas israeliano. Ma in questo campo sarà meglio tenere distinte (per quanto possibile) visione strategica da affarismo. I migranti che cercano di mantenersi a galla durante la traversata del nostro mare, sono lì ogni giorno a ricordarcelo.

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