La libertà di movimento non può restare un privilegio dei benestanti

martedì, 1 settembre 2015

L’Europa è piena di simil-Salvini convinti di poter godere della libertà di movimento vincolata al censo. Loro possono andare dove gli pare in giro per il mondo, grazie a un passaporto privilegiato. Naturalmente sono bene accetti anche i ricchi delle altre parti del mondo. Ma se a rivendicare il diritto a viaggiare per mettersi in salvo o per migliorare la propria posizione sono gli “altri”, cioè gli esclusi dal benessere, allora scatta il divieto. L’umanità torna a dividersi in due, fra liberi cittadini e reietti. In nome di un realismo apparente che si scontra con i dati oggettivi di una realtà in rapido cambiamento. Perfino la cancelliera Merkel appare una pericolosa sovversiva agli occhi di questi simil-Salvini, ungheresi, slovacchi o francesi che siano.

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